Nel corso di un’intervista a il Corriere dello Sport, l’ex giocatore Massimo Mauro ha anche commentato la decisione di Massimiliano Allegri di non convocare Arthur per la sfida contro il Venezia, a causa di un ritardo del brasiliano agli allenamenti.
“Se parliamo della mancata convocazione di Arthur, la risposta è banale: le regole vanno rispettate – ha commentato Mauro. Il calcio ha i suoi orari. L’arbitro non ti aspetta quando arrivi in ritardo e neppure l’allenatore. Questo episodio è rilevante. C’è una comunità di 25-30 persone e se ciascuna fa come gli pare diventa una torre di Babele. Qui bisogna dare tutti il massimo, le cose storte non lo permettono”.
“Arrivare in ritardo, alla Juventus come dovunque, è una cosa stortissima. Violare le regole della comunità può costare punti. Allegri si è comportato così perché ha capito ciò che è accaduto lo scorso anno“ ha sottolineato Mauro, che ha aggiunto: “mi riferisco a episodi come la cena in orario di coprifuoco con Dybala, McKennie e Arthur. C’era un andazzo strano. Di sicuro, altre cose non sono diventate di dominio pubblico. Non è che Allegri sia diventato cattivo, è che sa quanto possano costare questi episodi in termini di classifica”.
Complimenti ad Allegri ma accompagnati da un appunto alla società: “Mi tocca essere sincero. Quando l’allenatore deve recitare questa parte, e alludo in particolare a vicende come quella di Bonucci, vuol dire che o si è messo d’accordo con la società o si è reso conto di doversi assumere anche il ruolo della società medesima. E questo non è buono per la squadra. A certe cose pensano il direttore generale o il direttore sportivo. I provvedimenti duri che non riguardano le questioni tecnico-tattiche vanno presi dal club. L’allenatore non deve scontrarsi con i giocatori se non per ragioni di campo. Boniperti, il massimo a livello dirigenziale, non avrebbe mai lasciato fare all’allenatore in un frangente simile”.