Il giornalista Mario Sconcerti ai microfoni di Stadio Aperto in onda su TMW Radio ha commentato anche la situazione della Juventus di Andrea Pirlo, in evidente affanno e poco rispondente alle aspettative, decisamente più alte rispetto ai risultati finora ottenuti.
Alla domanda se la Juve stesse deludendo, Sconcerti ha risposto:
“Sì, ma attenzione, in campionato non hanno mai perso. Il Barcellona, poi, è più forte della Juventus…” – ha commentato il giornalista -. “Mi sembra comunque una Juve molto simile a quella di Sarri, i giocatori allora non amavano quello che voleva Sarri, oggi non capiscono quello che Pirlo non dice, visto che lui con la squadra parla poco, e lo fa fare più a Tudor o Baronio. Questo è nella sua indole, è uno silenzioso, ma questo spegne il carisma, perché anche se ce l’hai i giocatori non lo avvertono. Questo è il vero limite di Pirlo“.
Sconcerti ha aggiunto: “Sono rimasti superficiali, convinti di vincere senza poter giocare, com’era con Sarri, appunto. Ma se lui non era amato per come si proponeva, Pirlo non si propone proprio.
Comunque starei attento alla Juve, perché vedo miglioramenti, ogni partita vedo 20 minuti di alta qualità“.
Sulla forte dipendenza della squadra da Cristiano Ronaldo, Sconcerti ha commentato:
“Ronaldo è un giocatore della Juventus, perciò non vedo perché si debba pensare a una Juve senza di lui.
In campo internazionale la Juventus è sopravvalutata: Bernardeschi, Arthur, Dybala e Chiesa sono tutti grandi mezzi giocatori. Ma anche Demiral…
Se togli Cuadrado, l’unico che porta avanti il pallone in verticale, si nota che avrà la stessa importanza di Ronaldo. Lui per di più gioca con la squadra, mentre CR7 con se stesso, ma sono questi i due i giocatori fondamentali, gli altri contano veramente poco.
Per questo Pirlo fa fatica a trovare la sua squadra, è molto parlata ma senza giocare: non si riescono a trovare due mezzali. Lo stesso sull’ala: quando mai Chiesa o Bernardeschi sono stati costanti? Si pensava lo sarebbero diventati, ma cominciano ad avere la loro età”, ha concluso Sconcerti.