mercoledì, 8 Maggio 2024

Inchiesta Juve, consegnata dalla FIGC la “seconda carta Covisoc”: la Juve non è citata

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La Federazione ha provveduto all’invio della “seconda carta segreta”, dopo che i legali di Paratici e Cherubini avevano presentato istanza per avere il documento antecedente a quello ricevuto grazie all’intervento del Tar.

Ebbene, la “seconda carta Covisoc” del 31 marzo 2021 è una comunicazione dal presidente della Covisoc Paolo Boccardelli al procuratore federale Giuseppe Chiné. E anche in questo caso, come per la carta consegnata sabato, la Juventus non è mai nominata e ci si limita a parlare di “situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio” in vista di “potenziali iniziative istituzionali”. Non sembra dunque esserci la notitia criminis che la Juve cerca.

Nelle queste due pagine inviate a Chiné e per conoscenza al presidente federale Gravina, Boccardelli scrive: “Nello svolgimento delle proprie attività istituzionali la Covisoc ha da ultimo individuato situazioni gestionali che, a proprio avviso, meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell’adozione di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc. Si tratta, infatti, di situazioni che presentano tratti concettuali ed operativi idonei ad incidere sui fondamentali dei bilanci delle società sportive professionistiche (e quindi mediatamente sull’equilibrio economico e finanziario delle stesse) e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile ed in maniera sufficientemente generalizzata”.

“Faccio riferimento, in particolare, alle operazioni di compravendita di calciatori le quali, pur concluse per prezzi significativi, comportano flussi pecuniari assai più contenuti (se non nulli) in quanto sovente le reciproche posizioni di credito e debito sono regolate dai club a mezzo di compensazione. Non è di certo il ricorso ex se all’istituto disciplinato dall’art. 1241 e ss. del codice civile a destare l’attenzione della Covisoc: al contrario, è la possibilità di ricorrere alla compensazione allo scopo di minimizzare (se non elidere) i flussi pecuniari reciproci fissando, al tempo stesso, prezzi di compravendita dei singoli assets su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese ed intelligibile. Il che, ovviamente, determina una certa (non auspicabile) opacità informativa che rischia di risultare viepiù significativa in presenza di eventuali operazioni fra parti correlate”.

E ancora: “In tale ottica la Covisoc ha effettuato un’analisi (riferita agli ultimi due esercizi) circa gli effetti sui bilanci di periodo delle società di talune operazioni di compravendita di calciatori. L’analisi mostra quindi (in termini generali) come il cosiddetto trading dei calciatori realizzato dalle società sportive professionistiche – pur avendo garantito copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali – abbia generato pochissima liquidità. Tale fenomeno, ad avviso della Commissione, non può che destare attenzione perché rende difficile apprezzare la reale corrispondenza fra i prezzi convenuti per le singole operazioni, da un lato, ed il reale valore di mercato degli atleti, dall’altro lato”.

La Covisoc chiede anche di analizzare “la rivalutazione del cosiddetto parco calciatori che costituiscono le immobilizzazioni tipiche delle società sportive professionistiche” e conclude auspicando “che si possa rapidamente pianificare un tavolo di lavoro comune al fine di condividere i termini delle analisi sinora condotte e di valutare l’adozione di opportune iniziative strategiche circa i menzionati fenomeni”.

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