Andrea Bosco, giornalista e scrittore di Tuttojuve, dedica l’ultima parte del suo editoriale sull’inchiesta che vede la Juventus indagata dalla procura di Torino sulle plusvalenze.
“Io spero venga fatta chiarezza. Ma, a mia esperienza, le inchieste lunghe diventano maleodoranti. Divulgata una intercettazione, che dice e non dice. Una “carta“ relativa alla cessione di Ronaldo che non è chiaro se esista, sia esistita o esisterà. Uso non a caso il futuro: se una carta compromettente c’era, ora dopo il “casino“ innescato dalla divulgazione della intercettazione, con elevate probabilità potrebbe essere cenere”.
Il giornalista ricorda ai lettori che “alcuni indagati si siano avvalsi della “facoltà di non rispondere”. Cosa che certamente non li metterebbe in buona luce. Ma la giustizia italiana prevede che nessuno possa “auto-incriminarsi“. Personalmente non ho mai digerito chi con questi sistemi la “sfanga“. Ma egualmente non digerisco i magistrati “pescatori“ .
E poi la carta Ronaldo: “La “carta“ misteriosa potrebbe essere, per ora, l’unica opzione (se esiste) nelle mani della procura. La sua divulgazione rammenta alcune situazioni della stagione di Mani Pulite”.
“Continua, sul tema, il silenzio assordante delle altre procure della penisola. A conferma di quanto ho già scritto: le plusvalenze della Juve sembrano puzzare di me**a. Quelle di altri “di bucato“.
A detta di Bosco “stanno, comunque urlando soprattutto le “sferruzzatrici“ del “sentire popolare“. A conferma di quanto spiegava Voltaire: “I pregiudizi sono i re del volgo“. Il saggio in questione è intitolato: “Il fanatismo”.
A supporto delle sue tesi il giornalista ricorda ai lettori che “oggi è il sei di dicembre. Ieri scadeva (o sarebbe dovuto scadere) il termine, fissato da Gabriele Gravina per la cessione della Salernitana. Ma non è accaduto. Con evidenza le regole per alcuni valgono, per altri no”.