Luciano Moggi ha deciso di scendere in campo per difendere la Juventus e la sua reputazione dai continui attacchi del giornalista Paolo Ziliani.
L’ex direttore generale bianconero ha pubblicato infatti un lungo post su Facebook dove svergogna letteralmente il giornalista anti juventino.
“Ancora Paolo Ziliani. Mi sono sempre domandato il perché di questa sua determinazione ad andare contro la Juventus a prescindere, senza però trovare una spiegazione valida. Troppo avvelenato il soggetto”, le prime parole di Moggi.
“Preso dalla curiosità di sapere qualcosa in più della sua vita oggi sono andato a curiosare in internet e su Google ho trovato cose che non conoscevo: si legge che a quel tempo un giocatore della Juve fosse l’ “amico” di sua moglie. Se questo sia stato l’elemento scatenante di tanta rabbia non mi è dato di sapere anche perché non vedo che colpa possa avere avuto la Juve se un suo tesserato se la faceva con sua moglie”, rincara la dose Moggi.
“Comunque – prosegue Moggi – non essendo a conoscenza di quei trascorsi, ho pensato che fossero le solite chiacchiere pettegole di qualche giornalista tifoso, tanto da ritenere che ben altre siano le ragioni. Anche perché, se ciò fosse vero, dovremmo immaginare di trovarci non a Torino ma Siviglia, nell’arena, con un toro particolarmente infuriato, nella speranza di trafiggere il torero (Juventus) con le sue corna”, scrive ironicamente Moggi .
Ma veniamo al punto. “Questa volta il nostro prende spunto da una partita in cui, secondo lui, non erano giuste le immagini televisive date da una tv circa un fuorigioco, le considera taroccate e, come suo solito, così conclude “come faceva Moggi ai tempi della Juve”. E cita come esempio Juve-Milan del 2004, arbitro Bertini, reo, secondo lui, di aver arbitrato in favore di Juve e contro il Milan. Accusando il sottoscritto di averne difeso l’operato nel “processo di Biscardi”[…].
Moggi non ci sta e precisa: “Occorre naturalmente dire che i media, lui in testa, allora come ora, criticavano gli arbitri assegnati alla Juve, già il giorno prima della gara per condizionarli ed il sottoscritto, dopo la partita, cercava di non far passare la tesi che la Juve veniva favorita dagli arbitraggi e di conseguenza in certi casi è capitato anche di difendere qualcuno di loro”.
“Può essere stato benissimo il caso di Bertini, lo farebbe qualsiasi dirigente, specialmente se ignaro, come era in effetti il sottoscritto, di quello che ci stava dietro. Premesso che la cosa non costituisce reato, che l’arbitro Bertini è stato alla fine assolto con formula piena, è stato invece grave aver successivamente appreso dalle intercettazioni che c’era “chi” mandava quegli arbitri e lui forse lo sapeva.. ma non lo poteva dire …”, spiega Big Luciano.
“Sintetizzando si può affermare come Ziliani sia incorso inconsapevolmente in un grave errore che può capitare a chi esagera nelle esternazioni. E vi dico io il perché. Dieci giorni prima di Juventus-Milan il designatore degli arbitri telefonava al dirigente addetto agli arbitri del Milan, Meani, : “ come vedi sto già lavorando per la vostra partita a Torino contro la Juve. Ho preparato una griglia di arbitri, con Trefoloni, Paparesta, Bertini e De Santis. Parla con il Capo e fammi sapere se vanno bene “. E Meani il giorno dopo :” ho parlato con il Capo, non va bene De Santis perché innervosisce i giocatori, bene tutti gli altri ”. E fu così che Bertini arbitrò Juve-Milan”, ricorda Moggi .
“Per completezza va detto che lo stesso designatore, dopo la sconfitta casalinga del Milan contro la Juve a Milano , l’8 maggio 2005, arbitro Collina, telefonò direttamente al Vice Presidente esecutivo del Milan per dirgli “quello che vi scrivo”: “stasera a casa mia abbiamo pianto, sia io che mia moglie non avremmo mai pensato che, con Collina arbitro, la Juve potesse vincere a Milano”.
Ma non è tutto: “E Collina , ricorderete tutti, era quell’arbitro che aveva chiesto al dirigente addetto agli arbitri del Milan, MEANI, di organizzare un appuntamento nel suo ristorante con il V.Presidente esecutivo del Milan, a mezzanotte, lontano da occhi indiscreti, entrando addirittura dalla porta retrostante. Chissà perché tante accortezze ? Ma c’è di più .
“Scorrendo sempre in internet trovo che il nostro percepisce una pensione italiana e per non pagarci le tasse ha pensato bene di prendere la residenza in Portogallo, più precisamente a Cascais, dove ha aperto un C/C e preso in affitto una abitazione. Un modo come un altro per non sostenere o meglio per fregare l’Italia e gli italiani che invece pagano le tasse dovute”.
“Sarebbe tra l’altro interessante sapere dove sta adesso, in tempo di COVID, se nella fittizia residenza portoghese , oppure in quella reale Italiana, anche per avere contezza di dove spende, in barba al popolo italiano, quella pensione resa esente da tasse. Questo signori è Paolo Ziliani. Senza vergogna!”, conclude Moggi