L’ex difensore bianconero, Andrea Barzagli, nel corso di un’intervista a Cronache di Spogliatoio, di cui si riportano alcuni passaggi, ha parlato della sua esperienza alla Juventus, che ha lasciato lo scorso maggio.
Barzagli ha parlato di com’è cambiato il ruolo di difensore nel corso degli anni:
“Rispetto a prima, quando si giocava prevalentemente a uomo, è chiaro che il compito del difensore sta cambiando. Saper giocare il pallone è qualcosa in più che dà valore al difensore, poi c’è chi è talmente bravo a essere un punto di forza nell’impostazione di squadra e chi può fare diversi lanci o assist.
È sicuramente qualcosa in più, ma io sono vecchio stampo: il difensore per prima cosa difende, poi il fatto di saper giocare a calcio ti dà l’opportunità di essere in squadre blasonate perché vuol dire che oltre a essere bravo difensivamente, sei bravo in impostazione e di conseguenza il livello è molto più alto“.
Barzagli ha poi ricordato il primo allenamento della BBC:
“Se mi ricordo il primo allenamento in cui abbiamo provato la difesa a 3? Lascia stare, lascia stare, è stato un dramma. Anche perché sia io che Bonucci e Chiellini eravamo tutti abituati a giocare a 4. Tutti centrali.
Leo alla fine è rimasto centrale e gli è cambiato poco, io e Giorgio un tantino nel corso degli anni ci siamo modificati per quel ruolo lì. Non si difende meglio a 3 che a 4, non è vero.
In tanti dicono ‘Mi metto a 3 e poi a 5 che difendo meglio’: a 3 se non sai difendere lasci degli spazi enormi, quindi sono anche le caratteristiche dei giocatori a scegliere il modulo. Ci sono anche alcuni che sono proprio dei difensori centrali a 4 e fanno fatica a giocare a 3, altri hanno altre caratteristiche e riescono a fare sia l’uno che l’altro.
A 3 le prime volte con Conte è stato molto strano, quella di Gasperini l’ho provata da avversario e devo dire che è un caos. Certe volte difendi e dici: ‘Ma quanti sono in area’, e sono 7 o 8 e ti chiedi come mai. Attaccano, difendono. Ti crea un po’ scompiglio. Con Gasperini devi essere forte fisicamente, atletico. Ne servono di caratteristiche”.
Barzagli ha poi ricordato un aneddoto dello spogliatoio:
“Da giovane ero sempre molto concentrato e poi piano piano mi sono accorto che noi italiani abbiamo questo momento prima della partita dove c’è chi ascolta musica, chi è molto concentrato. Mi sono accorto che non è determinante questa cosa: ognuno ha il suo modo per concentrarsi. Ogni tanto scherzare e stemperare il momento fa bene.
Poi sono arrivate colonie di sudamericani che hanno iniziato a mettere la musica, ma devo dire che se ti vuoi isolare, in uno spogliatoio ci riesci. Ti metti con le tue cuffie, te ne vai da una parte. Se invece vuoi stare in mezzo alla musica ci stai, dove loro ridono e scherzano, riescono ad avere questo on-off che staccano e attaccano, appena sono in campo sono subito concentrati.
Abbiamo avuto un po’ di problemi con Dani Alves perché lui metteva la musica a palla, era abituato al Barcellona e dicevano che è una cosa che succede spesso. Ma anche in Inghilterra le squadre hanno la musica forte prima della partita. A un certo momento gli avevano detto ‘Guarda Dani, scusa ma qui c’è chi vuol stare concentrato e chi meno’, e quindi si metteva la musica a palla nelle cuffie e ballava da solo. Poi alla fine entrava in campo e lo vedevi che era uno dei più concentrati“.