giovedì, 25 Aprile 2024

25 luglio 2006 Calciopoli: La Juve viene frettolosamente condannata alla Serie B. Ma il processo sportivo sentenzia «Campionato regolare, nessuna partita alterata»

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Oggi ricorre un triste anniversario per il calcio italiano. Si tratta di quel 25 luglio 2006, data in cui La Corte Federale, presieduta da Piero Sandulli, emette le sentenze su Calciopoli.

Il terremoto del calcio italiano scuote il campionato a fine maggio, per poi emettere frettolosamente le sentenze ai danni della sola Juventus scaraventa in in Serie B con 17 punti di penalizzazione, tre giornate di squalifica, revoca dello scudetto 2004/05 e non assegnazione del titolo 2005/06.

Le altre sentenze saranno di lieve entità se rapportate al danno subito dalla Juventus: Il Milan sarà penalizzato di 30 punti per il campionato 2005/06 e penalità di 8 punti da scontare nel torneo 2006/07. I rossoneri, saranno costretti ai preliminari di Champions League. Lazio e Fiorentina, inizialmente condannate alla B vengono invece riammesse in Serie A.

A far scalpore è tuttavia la superficialità con la quale vengono condannati la Juventus e l’allora direttore generale Luciano Moggi, mentre cadono tutti i sospetti sull’Inter.

A fare parzialmente luce sulla questione è stata la sentenza 2166 della Corte D’ Appello di Milano che, andata in giudicato, che Luciano Moggi ha più volte sintetizzato così: “«Giacinto Facchetti faceva lobbing con gli arbitri», oltre a raccontare come non sia stato Moggi ad inquinare il calcio ma fosse il sistema di quel tempo”.

E lo stesso Moggi ha sempre riproposto le parole del Procuratore Federale, Palazzi:«L’ Inter è la società che rischia più di tutte per il comportamento illegale del suo presidente Giacinto Facchetti». […] il processo sportivo sentenzia in conclusione: «Campionato regolare, nessuna partita alterata».

Come ha sempre fatto notare Moggi, di tutte le imputazioni iniziali, sono stati contestati soltanto alcuni reati a consumazione anticipata basati su valutazioni non oggettive, illazioni e convinzioni personali prive di riscontro. Nelle motivazioni delle sentenze non ci sono infatti fatti accertati, ma presunzione di comportamenti non verificati, fatti oggettivamente non veri e soprattutto lettura del pensiero altrui (neanche i maghi…). Oltretutto gli arbitri sono stati tutti assolti, tranne uno che non aveva niente a che fare con la Juve”.

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