Dalle colonne di libero Quotidiano, Luciano Moggi bacchetta i giornalisti sportivi tifosi e quindi di parte, come testimoniato dalle recenti cronache che hanno visto i giornali attaccare la Juventus in maniera molto più pesante rispetto all’Inter per una vicenda simile nei suoi contorni.
“La penna del tifoso di calcio spesso trasforma la realtà in virtualità, per far credere quello che più interessa a quella penna”, le prime parole di Moggi su Libero.
Tale penna cioè “è capace di originare quel sentimento popolare che spinse ad esempio un giudice (il professor Serio) del tribunale sportivo di Calciopoli a confessare che quella sentenza aveva seguito proprio tal sentimento”.
L’ex direttore generale della Juventus redarguisce parte della categoria giornalistica ricordando che “la deontologia giornalistica suggerisce che devono essere raccontati i fatti, come avvengono, senza prendere parte per nessuno”.
L’esempio citato dall’ex manager bianconero è quanto mai calzante: “Troppo spesso però, nell’ambiente calcistico, queste regole vengono disattese perché il tifo prevale sulla realtà vera delle cose”.
Ecco dunque ad esempio “perché la cena fatta qualche tempo fa dai giocatori juventini Arthur, Mckennie e Dybala passò per molti giorni sulle prime pagine di tutti i giornali, sportivi e non, come un trasgressione da punire severamente, mentre la stessa cosa fatta dal giocatore interista Lukaku è passata quasi inosservata, paragonata anzi ad una “ragazzata”, ricorda Moggi.