domenica, 1 Giugno 2025

La Juve e l’eterna rinascita: tra passato glorioso e un presente pieno di incognite

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Come riportato dalla Gazzetta dello Sport, i tempi cambiano, ma la Juventus resta sempre la Juventus. Una signora affascinante, certo, ma oggi alle prese con una serie di rifiuti a cui non era abituata. Dopo il “no” di Conte, è arrivato quello di Gasperini. Dopo i colloqui con il Napoli, è stata la Roma a dimostrarsi più pronta, più solida, più definita. Non sorprende: quelle società hanno una linea dirigenziale stabile, mentre a Torino un ribaltone improvviso ha scosso tutto, mettendo in discussione persino il ruolo di Giuntoli e tagliando fuori, almeno inizialmente, Igor Tudor.

Il tecnico croato, infatti, aveva già ricevuto segnali d’addio prima di rientrare nel gruppo dei papabili per la panchina. Eppure ha fatto il suo: ha rimesso in carreggiata una squadra in crisi e conquistato la qualificazione in Champions. Non ha incantato, è vero, ma ha lavorato con razionalità, usando ciò che aveva a disposizione, senza pretese, senza la forza mediatica di Conte o l’autorevolezza tattica di Gasperini. Però ha dimostrato attaccamento ai colori e affidabilità, caratteristiche mai scontate.

Oggi, però, le mosse della società lo hanno indebolito. Se dovesse essere confermato – ipotesi che La Gazzetta giudica poco probabile – partirebbe come seconda scelta. Un punto di partenza non ideale per un club che dovrebbe invece gettare le basi per una vera rifondazione.

Nel frattempo, alla Vialli e Mauro Golf Cup, anche Michel Platini ha escluso qualsiasi coinvolgimento nel nuovo corso bianconero. “Io alla Juve? Se nessuno mi chiama…”, ha dichiarato con ironia l’ex presidente UEFA.

Una fase storica per la Juve

Sempre secondo la Gazzetta dello Sport, il momento che sta attraversando la Juventus è tra i più delicati della sua storia recente. Richiama alla mente altri momenti di crisi e rinascita: il 1976, il 1994 e il 2011. Dopo il crollo della Juve di Parola, ad esempio, fu scelto un giovane Giovanni Trapattoni, poi diventato leggenda. Nel ’94, dopo anni senza successi significativi, arrivò Marcello Lippi: anche lui non era un vincente consacrato, ma cambiò la storia del club. E poi Conte, nel 2011, chiamato a ricostruire dopo Calciopoli. Tre rinascite, tre allenatori non ancora affermati, e tre cicli vincenti.

Oggi la scena è diversa, ma simile nella sostanza: si riparte da zero – o quasi – con un nuovo nome forte in dirigenza, Damien Comolli, affiancato da Giorgio Chiellini. La coppia avrà il compito di riscrivere il futuro bianconero. Come sottolinea la Gazzetta, non c’è spazio per errori. Il tempo per le esitazioni è finito.

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