Claudio Zuliani, giornalista di fede bianconera, dalle colonne di Tuttojuve “sbugiarda” il VAR, mettendo in evidenza tutti i limiti di questo strumento tecnologico:
“Per chi si stesse chiedendo quale sia l’utilità del Var e del conseguente “Open Var”, la risposta è semplice: creare posti di lavoro. Altre idee non me ne vengono. Probabilmente si dovevano sostituire i vecchi arbitri d’area che erano rimasti nel limbo in tutti questi anni”, le prime parole di Zuliani.
“La loro inutilità dal punto di vista dell’aiuto al direttore di gara era stata acclarata sul campo e la loro figura eliminata dalla contesa. Ecco la sala Var che impegna, non solo un varista e un aiuto varista, ma pure una squadra di tecnici a supporto e l’utilizzo di uno studio-regia che costa denari ai contribuenti del pallone. Provocazione? Mica tanto”.
“All’inizio dei tempi (2017) L’introduzione della tecnologia, chiamata a gran voce come panacea per tutti i mali derivanti dagli scudetti consecutivi della Juventus, aveva un comito ben preciso: risolvere i macro-episodi. Non è la moviola in campo, tuonavano gli espertoni, ma sarà d’aiuto per risolvere il chiaro ed evidente errore. Se per la linea di porta è più semplice, anche se la goal line technology una volta ha fallito perché non funzionante, per il fuorigioco sembrava aver eliminato qualsiasi discussione. E invece no”.
“A parte il fatto che semiautomatico implica la non totale dipendenza dalla macchina e la consapevolezza che dietro le linee e le proiezioni i sia la mano dell’uomo che decide da quale frame partire per determinare l’off-side, si è totalmente disattesa la regola ispiratrice. Un giocatore si trova in fuorigioco (fuori dal gioco) se pescato oltre la linea del penultimo giocatore avversario e quindi approfitta di questa situazione di vantaggio“.
“Se si trova in linea con il suddetto difensore e il suo talloncino o nasino o capello va al di là di un millimetro, che diavolo di vantaggio è questo dico io. Il Var sana un chiaro ed evidente errore? NO”.
“A maggior ragione per l’intensità dei contatti che si percepiscono solo in live e dal terreno di gioco. Il Var vive di fotogrammi e fermo immagini che non rendono assolutamente l’idea di quello che è capitato sul campo e che solo l’arbitro può sentire. Stesso discorso per il fallo di mano dove la proiezione e la prospettiva sono spesso ingannatrici di quello che avviene nella realtà”.
“Il finale tutto da ridere riguarda i calci di rigore dove abbiamo visto interventi dalla sala VAR contro ogni logica del sentore comune e della visione delle immagini chiare al mondo tranne che a lor signori. In conclusione: il VAR è servito per eliminare i chiari ed evidenti errori arbitrali? NO, è servito per dare più posti di lavoro a giudici e tecnici del settore“