Nicolò Fagioli si ritrova indagato per scommesse su siti illegali. Il Corriere della Sera rivela ulteriori dettagli sulla vicenda in cui sta indagando il pubblico ministero Manuela Pedrotta
Il giocatore – riporta il Corriere della Sera – durante l’interrogatorio ha ammesso: «Ho fatto puntate su partite di calcio». Nulla di più chiaro, è quanto successo a fine estate dopo l’arrivo di un invito a comparire per essere interrogato come indagato, a proposito delle sue grosse puntate on line. In ogni caso, in questa situazione si parlerebbe di puntate su partite, ma non della propria squadra.
Il CorSera rivela inoltre che la reazione della Juve – che era già a conoscenza di tutto – è arrivata già nella giornata di ieri, così come la presa di posizione degli avvocati del giocatore — Luca Ferrari e Armando Simbari — che hanno contattato subito la Procura della Federcalcio, a Roma, presso la quale Fagioli si è nella sostanza «autodenunciato», essendo al momento «sereno ed è massimamente concentrato sulla Juventus e sul campionato». Ora bisognerà capire come evolverà la vicenda: Fagioli, in quanto calciatore, non può scommettere sullo sport che pratica, come spiega l’articolo 24 del Codice di giustizia sportiva, quindi tutto ciò che è nell’ambito della Figc, della Fifa e della Uefa.
Per la giustizia sportiva, potenzialmente, Fagioli rischia fino a un massimo di 3 anni di squalifica, ma giovane e club si aspettano — in caso di colpevolezza — molto meno. Anche perché si tratta di un caso delicato, sportivamente e umanamente, se è vero che Fagioli è attratto dal gioco fin dai tempi delle giovanili – si legge – quando il suo talento era già accompagnato dalle partite di poker. Una presunta «ludopatia» che potrebbe essere spiegata nell’ambito della linea difensiva davanti alla giustizia sportiva.