Lunga intervista di Massimiliano Allegri, tecnico della Juventus, ai microfoni di DAZN:
“Io sono tornato con un programma ben preciso, per questo con Agnelli ho fatto quattro anni di contratto. In questi due anni è vero che la Juventus non ha vinto nulla, il primo anno pensavo sarebbe stato più facile e forse è stato un errore. Però da quando sono tornato ad oggi sono rimasti solo dieci giocatori, di cui tre portieri e sette di movimento. Il lavoro fatto in questi due anni su indirizzo e obiettivo della società è stato buono. L’obiettivo era rinnovare la squadra: sono arrivati dopo un percorso importante nel settore giovanile alcuni giocatori dalla Next Gen. Quest’anno ne abbiamo sette all’interno della Prima Squadra. C’è stato un abbassamento notevole del monte ingaggi e un incremento del valore patrimoniale del parco giocatori. Nei prossimi anni la Juve ha il destino nelle sue mani.
Se avevo altre offerte? Avevo altre offerte? Sì, diciamo di sì. Sono tornato perché era una sfida, avevo lasciato una squadra che in cinque anni aveva fatto la storia della Juventus. Giustamente mi dirai che è stato un errore di presunzione pensare che si potesse subito tornare a vincere. Era una sfida personale, oltre che una scelta affettiva perché ho un figlio che vive a Torino.
Le critiche? Vanno bene e sono ben accette. L’anno scorso noi abbiamo vissuto una situazione surreale: capisco che dall’esterno non conoscendo completamente quello che vivevamo dentro venisse facile criticare e giudicare. Ad Empoli dieci minuti prima della partita arriva la notizia che ci avrebbero tolto definitivamente dieci punti. In quel momento avevo due soluzioni nello spogliatoio: o dire cose più leggere o andare forte su un dato di fatto, cioè metter loro davanti la classifica. L’ho scritta col +3 dell’eventuale vittoria, nonostante il -10 potevamo essere ancora davanti al Milan. Poi dopo perso ad Empoli abbiamo perso le speranze. In quel momento ci sono emozioni, stati d’animo. Quando ci hanno i primi 15 punti è stato più facile, ci davamo dei mini obiettivi. La classifica non era definitiva e potevi dire qualche bugia ai ragazzi: ‘I punti ce li ridanno sicuro’. E intanto scalavamo la classifica.
Chiesa? arriverà a fare tra i 14 e i 16 gol in questa stagione. Si deve convincere che è una punta, deve fare gol. In quella posizione deve migliorare a giocare dentro al campo. Deve stare in partita per più minuti. Yildiz? Dopo Udine è arrivato dicendomi che il giorno dopo avrebbe tagliato i capelli, martedì è arrivato bellino. Gli ho detto che volevo vedere se si muovessero in campo.
Rabiot? Un giocatore straordinario, ha un motore diverso dagli altri, ha imparato a fare gol, crede di più in sé stesso. Credo che quest anno possa fare meglio, non in termine di gol ma in termine di prestazioni. MI da grandi soddisfazioni già per il modo in cui corre. A Rabiot mandavo i messaggi perché lui non risponde al telefono, gli scrivevo su Whatsapp, ogni tanto rispondeva e mi mandava le faccine. Lui credo abbia fatto la scelta giusta perché qua è diventato un uomo importante in spogliatoio. Danilo è capitano e i vice capitani sono Alex Sandro e Rabiot.
Vlahovic? Arrivava dalla Fiorentina e si doveva caricare la Juve sulle spalle, ma ha 23 anni. Bisogna dargli il tempo di maturare. Dusan ha una qualità straordinaria: quella del gol. Deve migliorare nel gioco con la squadra. Ci può dare una grossa mano, lo sa anche lui e credo che quest anno stia migliorando perché sta meglio fisicamente.
Pogba? Quando gioca e si allena è un giocaotre diverso dagli altri. Io mi accontento di averlo nella partita 20-30 minuti ma un giocatore così in forma sposta gli equilibri della partita.
Il mercato? Siamo a posto così, non vogliamo nessuno. Abbiamo Vlahovic che viene da un’annata difficile e può fare solo che meglio. Chiesa arriva da un infortunio ed è un giocatore nuovo”.