venerdì, 22 Novembre 2024

Tuttosport: “Inter, Zhang accusa un altro colpo: Evergrande e il giallo bancarotta”

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Situazione complessa che coinvolge anche il gruppo Suning, di cui Zhang Jindong, proprietario dell’Inter, è uno dei principali azionisti.

Evergrande, che di recente ha accumulato un debito di 330 miliardi di dollari, ha presentato una richiesta di riconoscimento dei negoziati di ristrutturazione attualmente in corso a Hong Kong, nelle Isole Cayman e nelle Isole Vergini britanniche. Questa richiesta arriva nel contesto di crescenti preoccupazioni riguardo alla possibilità che i problemi nel settore immobiliare cinese possano diffondersi ad altre parti dell’economia di Pechino, con una marcata decelerazione nella crescita del PIL.

In linea con ciò, anche la stabilità finanziaria di Country Garden, il più grande promotore immobiliare privato cinese, sta creando ansie tra gli investitori, poiché l’azienda non è riuscita a onorare alcuni interessi nel corso di questo mese.

Questo tema è strettamente collegato all’Inter, in quanto nel 2017 Zhang Jindong ha investito in Evergrande anticipando una somma di 20 miliardi di yuan (circa 2,6 miliardi di euro). Grazie a questo sostegno finanziario, insieme a quello di altri gruppi privati cinesi, l’azienda aveva raccolto complessivamente 130 miliardi di yuan (circa 16,65 miliardi di euro). Questo investimento includeva la promessa che nel caso in cui la quotazione in borsa delle azioni di classe A di Evergrande Real Estate non fosse avvenuta, gli investimenti sarebbero stati restituiti entro marzo 2021.

Nonostante ciò, la società ha chiarito – attraverso una nota inviata da Evergrande alla Borsa di Hong Kong, dove i titoli sono sospesi dalle contrattazioni da lungo tempo – “che la società sta portando avanti la sua ristrutturazione del debito offshore come previsto. L’istanza (ex capitolo 15 depositata a Manhattan, a New York, ndr) è una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore e non comporta istanza di fallimento“.

E ancora: “la società ha presentato ricorso alla Corte degli Stati Uniti ai sensi del Capitolo 15 del Codice fallimentare degli Stati Uniti per il riconoscimento degli schemi di accordo nell’ambito della ristrutturazione del debito offshore per Hong Kong e le Isole Vergini britanniche“. L’istanza, precisa la nota, “è una normale procedura di ristrutturazione del debito offshore e non comporta istanza di fallimento“. Pertanto, “si ricorda ai detentori dei titoli della società e ai potenziali investitori della società di prestare attenzione quando si trattano i titoli della società“.

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