martedì, 23 Aprile 2024

Milan, inchiesta per bancarotta fraudolenta: sequestri nella holding di Elliott

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Si allarga a macchia d’olio l’inchiesta sulla vendita del Milan. Nelle scorse ore le autorità competenti hanno effettuato perquisizioni e sequestri nelle holding a Lussemburgo di Elliott che nell’agosto 2022 ha ceduto il Milan alla Red Bird di Cardinale per 1,12 miliardi.

Non solo, secondo quanto riferisce Il Fatto Quotidiano “nell’ambito delle nuove perquisizioni, viene contestato anche il reato di bancarotta, che si aggiunge all’appropriazione indebita e all’ostacolo agli organi di vigilanza già emersi in altri passaggi delle indagini. Per bancarotta, a quanto risulta all’Ansa, sono indagati due ex manager di Project Redblack, Jean-Marc McLean e Daniela Italia”.

Più nel dettaglio, – riferisce Il Fatto – “l’attività effettuata dalla polizia giudiziaria del Lussemburgo, su richiesta dei pm di Milano Giovanni Polizzi e Giovanna Cavalleri, rientra nell’inchiesta milanese, già aperta da mesi, che punta a verificare, a partire da un esposto della lussemburghese Blue Skye, la vicenda relativa ad un “pegno” e, più in generale, l’operazione di compravendita del Milan. A fine gennaio scorso, il Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza, su disposizione dei pm milanesi, aveva effettuato acquisizioni di documenti in diversi uffici di professionisti che hanno curato la compravendita”.

Blue Skye, ormai ex socia di minoranza del Milan, ha chiesto che il Tribunale fallimentare di Milano dichiari l’insolvenza delle due società con cui è stato venduto il Milan (udienza fissata per il 24 maggio).

Secondo il Corriere, nell’articolo firmato da Mario Gerevini nelle pagine economiche del sito, proprio il procedimento potrebbe aver dato il pretesto tecnico per contestare la bancarotta fraudolenta. Il quotidiano milanese aveva inoltre rivelato una circostanza emersa dalle carte di quel processo: oltre un miliardo di euro, denaro legato alla vendita del Milan, era stato spostato nelle Isole Cayman e in Delaware proprio dalle due società Project Redblack e Rossoneri Sport. Quando? Esattamente il giorno dopo le perquisizioni della Finanza a Milano il 26 gennaio scorso. Tre mesi dopo la Procura ha in mano anche i documenti lussemburghesi.

Il “pegno”, al centro dell’esposto di Blue Skye, come risulta dagli atti, era stato “concesso” dalla Rossoneri Sport nel 2017 “a garanzia del credito” che aveva nei suoi confronti Project Redblack, società veicolo per l’acquisto all’epoca del Milan e di cui facevano parte Elliott e la stessa Blue Skye. Blue Skye ha denunciato che nella successiva vendita del club a RedBird di Cardinale Project Redblack, di cui la lussemburghese faceva parte, ha rinunciato a quel pegno. Era emersa poi anche l’accusa di ostacolo agli organi di vigilanza, ossia la Covisoc, la Commissione di vigilanza sulle società di calcio professionistiche, organo interno della Figc.

Blue Skye aveva lamentato nell’esposto che ha dato il via all’inchiesta un danno da poco più di “100 milioni di euro” per “perdita di garanzia sul finanziamento” e una “opacità nei passaggi societari” nella vendita. Già nei mesi scorsi un portavoce di Elliott aveva precisato che “BlueSkye ha avviato una serie di contenziosi frivoli e vessatori in Lussemburgo e ora a New York, che Elliott e il co-investitore Arena Investors considerano nient’altro che un tentativo di estrarre un valore a cui BlueSkye non ha diritto”.

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