mercoledì, 8 Maggio 2024

Calciopoli, a Report Cellino shock: “Ripulimmo le schifezze, e in Lega bruciammo tutto con la trielina. La Finanza arrivò e non trovò niente”

Condividi

spot_imgspot_img

Calciopoli sanguina ancora. A far discutere stavolta è l’inchiesta condotta da Report con tanti documenti nuovi, esclusivi e inediti per far luce sulla vicenda. In attesa della puntata di lunedì 17 aprile, ecco le prime anticipazioni.

La prima, andata in onda su RadioRadio, che ha visto tra i protagonisti anche Massimo Cellino, presidente di Lega nel 2006, che ha raccontato: “Cercavo di tenere la baracca in piedi perché stava crollando tutto. Iniziai a pulire tutte le schifezze che c’erano là dentro, non sapevo da dove cominciare. Eravamo in Lega, c’erano 6 o 7 presidenti riuniti, a cercare di organizzare il campionato. Avevo un contenitore con tutti i dossier: chi era iscritto con una fideiussione falsa, chi si scaricava come Irpef il trasporto… andammo nel piazzale giù di sotto, c’era un bidone di ferro: buttammo tutto dentro e lo facemmo bruciare con la trielina. La Finanza tornò e non trovò niente. E io non c’ero neanche…”.

Lui, ma non solo. Molto infatti deve ancora venire a galla come anche Luciano Moggi nella famosa assemblea degli azionisti in cui mostrò la sua chiavetta lo disse.

Così la Rai ha presentato la puntata: “Report ha ottenuto il contenuto di quella pennetta, il totale delle 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli. Tutti gli arbitri coinvolti, tranne uno, sono stati assolti, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio”.

Per quelli non assolti, come Luciano Moggi, il potente direttore sportivo della Juventus condannato in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, è intervenuta la prescrizione. Per la prima volta Report raccoglie le testimonianze e le rivelazioni dei protagonisti di quella vicenda: lo stesso Moggi, l’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, il designatore degli arbitri Paolo Bergamo, l’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino, l’allenatore della Nazionale Campione del Mondo Marcello Lippi”.

Interviste che ricostruiscono un quadro del tutto inedito su quali furono le forze che si misero in moto per scardinare quel sistema di potere, accompagnate ad atti giudiziari ancora inediti che offrono la prova delle attività di spionaggio condotte da altri club nei confronti dei dirigenti della Juventus, oltre che di alcuni arbitri. Alle spalle una battaglia di potere tra i grandi padroni del calcio, da Silvio Berlusconi a Massimo Moratti, dalla famiglia Agnelli a Franco Sensi, dai fratelli Della Valle alle banche che avevano messo un piede nel calcio italiano”

Condividi

Leggi anche

Ultime notizie