venerdì, 3 Maggio 2024

Plusvalenze Juve, il professor Napoli: “Nessuna legge vieta di cedere a prezzi più alti”

Condividi

spot_imgspot_img

Il direttore di Tuttosport Guido Vaciago ha intervistato il docente di Diritto processuale tributario alla Luiss, professor Napoli che ha sviscerato il tema delle plusvalenze fittizie sulle quali la Juventus è stata penalizzata dalla giustizia sportiva:

“In generale, la cessione di un calciatore è paragonabile alla cessione di un bene immateriale (da ultimo, Corte di Cassazione sentenza n. 2376/2023) e non può esistere una norma che vieti di cedere un bene a un prezzo più alto, anche se sovrastimato, ove concordato tra le parti in seno ai contratti inerenti al pagamento dei diritti di trasferimento”.

“A differenza di qualsiasi bene, anche di natura immateriale, il valore economico di un giocatore è qualcosa di più complesso che si sviluppa in una condizione di libero mercato ed è fissato attraverso criteri influenzati dalla soggettività delle situazioni delle singole società interessate all’affare, nonché da valutazioni prospettiche e discrezionali sul talento dell’atleta, sulle sue caratteristiche specifiche e su profili tecnici e caratteriali che rendono tale valutazione unica nel suo genere”.

Insomma, non esiste il cosiddetto “giusto prezzo”:

“Sì, allo stato, non esiste un “fair value” del calciatore universalmente riconosciuto e, dunque, nessun parametro può eventualmente essere preso a riferimento per sostenere la presenza di alterazioni contabili, poste in essere mediante valutazioni false, che assumano rilievo in rapporto al reato di “Falso in bilancio” (ex artt. 2621 e 2622 c.c.)”.

“A tale riguardo, le Sezioni Unite della Corte di Cassazione (ponendo fine alla situazione d’incertezza giuridica che si era creata a seguito della novella legislativa del 2015), con la sentenza n. 22474/2016, dopo un’approfondita e rigorosa disamina, ha subordinato la punibilità del cd. “Falso valutativo” al consapevole scostamento da criteri di valutazione normativamente stabiliti (o tecnici generalmente accettati), senza darne informazione nel bilancio e in modo idoneo ad indurre in errore i destinatari delle informazioni stesse”.

“Inoltre, tali criteri devono essere connotati da un grado di dettaglio e chiarezza tale da escludere ogni incertezza interpretativa”.

Peraltro, secondo l’esperto “ogni eventuale valutazione dovrebbe essere sviluppata a livello internazionale, coinvolgendo gli organi tecnici della Uefa e della Fifa. Personalmente, considero la definizione economica del valore di un giocatore, un’operazione utile solo se necessaria a impedire fattispecie illecite, diverse quindi, da operazioni regolarmente esposte in bilancio e oggetto di pagamento (anche mediante compensazione)”.

Condividi

Leggi anche

Ultime notizie