giovedì, 25 Aprile 2024

A. Bosco: “La Procura ha riaperto il caso plusvalenze. Perché Chinè non si spende per far riaprire anche Calciopoli?”

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Andrea Bosco torna sui casi giudiziari che attanagliano la Juve: Plusvalenze e manovre stipendi riferendo che “scrivono che difficilmente la Juventus se la “caverà“ con una multa o una penalizzazione in classifica”.

C’è chi addirittura invoca la serie D tra chi celebra i processi sui media prima che in tribunale.

Lo scrittore di fede bianconera parla “processi alimentati dal sentire popolare” .

Detto questo Andrea Bosco invita la Juventus a difendersi con la medesima violenza con la quale viene attaccata: “Una proprietà come quella Elkann ha i mezzi e le (inesauribili) risorse per condurre una offensiva risoluta contro quanti defecano giornalmente sullo stato di diritto. Il quale vive su un postulato: non si è colpevoli fino a quando non si va in giudizio. Non si è colpevoli fino a quando non si sono esauriti i tre gradi di giudizio previsti dal codice italiano”.

Inoltre, secondo l’autorevole giornalista “non si può processare un imputato due volte per il medesimo reato. Questo dovrebbe valere anche per il Procuratore Federale, Chinè, che sconfitto nel primo processo per le plusvalenze, oggi vuole riaprire il caso, basandosi sulla documentazione dei magistrati di Torino”.

Altra anomalia sul caso plusvalenze:  Non c’è più il Napoli che nel primo processo era finito sotto la lente d’ingrandimento per l’acquisto di Osimhen. Chinè sta lavorando ventre a terra per prendersi la rivincita. Processare due volte un soggetto per il medesimo (presunto) reato è barbarie giuridica. Il “metodo“ (in un sistema certamente con falle enormi) rammenta quello brigatista: “colpirne uno per educarne cento“. Non potendo far fuori l’intero sistema calcistico (che tra l’altro gode di ampie protezioni politiche) si prova a far fuori la grande “meretrice“. Che magari ha una sola “colpa“: quella di “scopare“ meglio di altre”.

Poi l’imbarazzante quesito posto dal giornalista: “perché non si spende, Chinè, per far riaprire anche Calciopoli?

A domanda, comunque, Chinè non risponderebbe. Ma io al posto dei colleghi, un tentativo lo farei. Una cosa temono i magistrati: essere messi in imbarazzo in diretta tv. Credete a un cretino, che qualche esperienza (dalla parte giusta del microfono), l’ha maturata”.

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