venerdì, 19 Aprile 2024

Inchiesta plusvalenze, non solo la Juventus. Inter, Napoli e Roma tra minusvalenze, fisco e diritti d’immagine

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L’inchiesta sulle plusvalenze, oggi vede sul banco degli imputati la Juventus riguardò, secondo la Corte di cassazione, anche il Milan, il Chievo-Verona e il Cesena, mentre per quanto riguarda i fringe benefit non attribuiti ai calciatori perché pagati al procuratore sportivi, si aggiungono quantomeno il Genova, il Napoli, l’Inter e la Roma.

È quanto si legge Italia Oggi:

Per quanto riguarda ad esempio il Milan, “la Suprema corte ebbe ad accogliere il ricorso dell’Agenzia delle entrate (sentenza n.346/2019), ritenendo non deducibili le minusvalenze connesse al trasferimento di dodici giocatori in capo ad altra squadra «dei diritti pluriennali alle prestazioni», ceduti a prezzo zero”.

Italia Oggi spiega meglio il concetto: “Ciò in quanto la risoluzione anticipata del contratto fra il calciatore e la società presso cui giocava, con successiva stipulazione fra il medesimo professionista e la sua nuova società di un nuovo contratto (come sostenuto dalla società di calcio), «non riesce ad individuare l’interesse concreto che dovrebbe giustificare le stipulazioni in esame, che resterebbero senza causa se prese singolarmente».

Passando all’Inter, come non ricordare “quello che capitò ad Adriano, relativamente a compensi che l’Inter pagò a una società di intermediazione, spese che non furono riconosciute come tali dall’Agenzia delle entrate (poi definite al 50% in un procedimento di accertamento con adesione), perché ritenute di natura retributiva. E la Suprema corte, con la sentenza n. 11337/2022, confermò che il famoso calciatore se ne sarebbe dovuto fare carico nella sua dichiarazione dei redditi”.

E, sempre a proposito di Inter, i nerazzurri oggi capeggiano nella speciale classifica (stilata da Il Fatto Quotidiano), che ha evidenziato la situazione che i club di Serie A hanno maturato con il Fisco: “In testa c’è l’Inter, che nel 2022 non ha saldato Irpef e contributi per circa 50 milioni. Al secondo posto con 40 milioni la Lazio, seguita dalla Roma (38)”, si legge sul Fatto Quotidiano.

Infine “dello stesso tenore i casi della Roma e del Genoa, per cui furono ritenuti dalla Cassazione compensi del giocatore le somme pagate al procuratore, rispettivamente con le ordinanze n. 3231/2020 (Cassano) e 23552/2022 (Immobile)”.

Per quanto riguarda il Napoli, la storia recente parla di plusvalenze nell’affare Osimhen: per la Procura il Napoli ha “venduto” a 20 milioni 5 giocatori che valevano 470mila euro.

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