sabato, 27 Aprile 2024

Cherubini agli inquirenti: “Paratici? Non gli importava nulla di sacrificare i giovani. Volevo andarmene. Mancava il filtro di Marotta”

Condividi

spot_imgspot_img

La Gazzetta dello Sport ha riportato tra le sue colonne le parole di Cherubini agli inquirenti a partire da uno dei documenti esaminati dai pm, il cosiddetto “Libro Nero FP”, la cui sigla finale si riferisce evidentemente a Fabio Paratici.

Queste le due dichiarazioni: “Sono gli appunti che mi sono fatto a marzo/aprile 2021 nel momento in cui sono a discutere con Fabio il mio rinnovo contrattuale erano nove anni che stavamo lavorando insieme; abbiamo condiviso cose meravigliose, devo a Fabio il fatto di essere arrivato alla Juventus”,, le prime testimonianze di Cherubini.

Sulla base di questo rapporto, nel momento in cui Fabio aveva avuto il mandato per organizzare l’area sportiva nella stagione successiva, mi chiama per il contratto. Per me il contratto è fondamentale ma viene prima il rapporto. Se non chiarisco una serie di cose, che sono quelle che trovate scritte qua, io non volevo andare avanti”.

In questo documento metto i profili di criticità nel rapporto con Fabio. Avevo ricevuto offerte di iniziare un percorso diverso in altri club e per la prima volta ho pensato di andarmene. L’anno scorso la stagione anche dal punto di vista sportivo era deludente; io mi sono detto anche per fedeltà di provare ad andare avanti ma con patti chiari”.

Poi la testimonianza di come tra i due c’era una differenza di vedute. Per me sacrificare dei ragazzi giovani era un peccato, per lui raggiungere lo stesso obiettivo cedendo un giocatore della prima squadra significava compromettere la competitività. Le faccio l’esempio di Kean, che abbiamo venduto e poi siamo andati a ricomprarlo”.

“[…] Se il mercato non ci dava opportunità, polverizzare il mercato con operazioni sui ragazzi non andava bene. L’alternativa era vendere asset della prima squadra. […] Più volte mi sono lamentato con Fabio che il valore che stavamo dando a quei giocatori non era congruo”.

“In riunioni avute con il resto della dirigenza, si è valutato il fatto che dovevamo andare verso un progetto tecnico diverso e che il ricorso alle plusvalenze non dovesse più essere una caratteristica della nostra gestione”.

Se si svegliava la mattina e c’aveva mal di testa o beveva un bicchiere poteva firmare per 20 milioni senza dirlo a nessuno”.

E ancora: Fabio ha drogato il mercato cioè anche Kulusevski o Chiesa che sono ottimi calciatori, ma quando li abbiamo comprati noi li abbiamo pagati troppo, perché? Perché poi il prezzo d’acquisto determina, nel senso Kulusevski aveva fatto cinque mesi in Serie A e l’abbiamo pagato 35 più 9 di bonus”.

Infine i rimpianti su Marotta: “Paratici a un certo punto non aveva più questo filtro (di Marotta ndr) e quindi poi è entrato in un loop che per correggere quella cosa quindi non agiva per la Paratici Srl, agiva per la Juventus”.

Condividi

Leggi anche

Ultime notizie