Su quanto sta accadendo alla Juventus, si è espresso il giornalista Andrea Bosco:
“C’è un aspetto inquietante, pur nel rispetto della legge, che non può sfuggire. La sistematica divulgazione di pezzi di intercettazione, completamente decontestualizzati, fa si che l’inchiesta assuma ogni giorno i connotati di una crociata”.
Lo scrittore di fede bianconera fa notare che “è come se gli inquirenti (che non possono non essere ritenuti non responsabili se dalle loro cancellerie escono pezzi di intercettazione che dovrebbero restare in quegli uffici prima di essere svelati in aula) avessero un conto da “saldare“. Ogni ora escono pezzi di intercettazione”.
E ancora: “Solo per le inchieste di mafia lo Stato investe altrettanto. Mettere in piazza i fatti di una società di calcio fa parte dei doveri della libera informazione. Ma il livello di accanimento raggiunto (le ultime considerazioni parlano di aggiotaggio, reato per il quale si arrischia fino a 12 anni di carcere, di vendita della società, di abbandono da parte della Juventus della Borsa) è ormai tale da far impallidire anche le iniziative scatenatesi ai tempi di Calciopoli”.
Poi la denuncia: “In uno stato inquietante che “intercetta“ anche al ristorante, anche mentre uno “espleta“ in un bagno. Le “vite degli altri“ auscultate e squadernate. La Procura di Torino uber alles. E le altre procure? Distratte? Ormai manca solo “il carcere duro“ per i componenti dell’ex Cda della Juventus, frustate sulla pubblica piazza, eventualmente (come soluzione finale) la Vergine di Norimberga”.
Esiste, secondo Bosco “una evidente discrasia tra le accuse e la mancanza di un qualsivoglia bilanciamento difensivo. Si sposano – tout court- le tesi accusatorie ma non si individua alcun elemento che potrebbe risultare rilevante per la difesa”.
“Gira un vento conosciuto: quello del “sentire popolare“. Un modo di operare che presenta tratti di inciviltà. Intollerabile per chi crede nel garantismo .
Tanto che la richiesta della Juventus di far trasferire l’inchiesta da Torino e Milano, sede della Borsa, suona come un atto di sfiducia implicito nei confronti di una Procura storicamente solertissima nei confronti della Juventus. E’ un “boccone“ prelibato la Juventus: sia per gli inquirenti che per i media. Pare, tuttavia che questa volta (una tanto) la Juventus sia decisa a difendersi con le unghie e con i denti”.
E ancora: “Che la dirigenza targata Andrea Agnelli abbia commesso errori è evidente. E si sapeva. Che nelle vicende della Juventus siano coinvolte anche altre società è lapalissiano. Che il tutto sia inserito in un sistema malato, da tempo fuori controllo è altrettanto evidente. Antiche storie raccontano che la Juventus potrebbe pagare le sue colpe , ma anche per quelle di chi è abituato a sfangarla sfruttando orpelli giuridici”.
Infine una postilla: “affondata la Juventus, poi come si ritroverebbe il sistema? La Juventus potrebbe “sparire“. Sanzionata, magari venduta, condannata magari dai tribunali oltre che dalla pubblica opinione. E poi ? Chi pensa che senza il “serpente“ bianconero, l’Eden calcistico ritroverebbe la pace perduta o è un ingenuo o è in malafede”, le parole del giornalista di fede bianconera.