Andrea Bosco, giornalista di fede bianconera, prende spunto dal Focus della Juventus sulle seconde squadre, tenutosi All’ Allianz alla presenza Andrea Agnelli e del presidente federale Gravina.
“Baci, abbracci, complimenti di rito. La Juventus è l’unica società italiana ad aver onorato il percorso per il quale meritevolmente si era battuto a suo tempo Costacurta. Nessuna altra: né il Milan, non l’Inter, non il Napoli, non la Roma, la Lazio, la Fiorentina e neppure l’Atalanta, storicamente celebrata per il suo fiorentissimo vivaio. Come spesso accade di scrivere su questa rubrica, la Juventus è un unicum: una pera in un cesto di mele”, le prime parole dello scrittore.
Ma secondo Andrea Bosco non è questo il punto: “Ho iniziato da questo, per far comprendere, se mai ce ne fosse ancora bisogno, come funziona il calcio in Italia.
Dunque: “per partecipare al campionato di Lega Pro, la Juventus (che partecipa a tutte le assemblee) paga più di altre società partecipanti. Ma non ha diritto di voto. Alla faccia della democrazia. Un esperimento sostenuto dalla Federazione. Ma non fino in fondo. Un modo per salvare la faccia. Non accadrà mai (e non credo sia neppure nei voti della Juventus) ma una eventuale promozione della Next alla serie B sarebbe vista malissimo”.
Il presidente della Lega di serie B, sul tema si è già espresso: “«Sarebbe una promozione che toglierebbe spazio alle altre». Non si sa, invece, cosa accadrebbe in caso di retrocessione della Juve Next: tranne che improvvisamente, un nucleo consistente di giocatori si troverebbe in difficoltà. Il viatico del prestito è in disuso. Le società, neppure se vengono pagate per la valorizzazione sono favorevoli a prendere giocatori sui quali poi non hanno un effettivo controllo. La “formazione“ è una pia illusione: per questo (e non solo per questo) i vivai italiani sono in declino. Vecchia questione che in questa sede è difficile approfondire. Resta l’impianto, la burocrazia, le “leggi“ fatte spesso (se non sempre) non per favorire ma per danneggiare”.
Secondo Andrea Bosco “il calcio italiano è un calcio di fazioni e di interessi: economici e politici. In ogni parte del mondo ci sono le rivalità tra tifosi: a Londra esistono sei club, tutti con un proprio stadio (a proposito della telenovela milanese su quello di San Siro), con i tifosi acerrimamente rivali. Ma in Italia si va oltre: entra in ballo la politica. Con i propri bacini di utenza, con i propri interessi. Non mi interessa che la Juve Next si guadagni la promozione o venga retrocessa. Mi interessa che “paghi“ quanto le altre: non di più”.
“Che abbia diritto di voto al pari delle altre. E che se dovesse mai guadagnarsi sul campo la promozione, non ne nascesse un caso nazionale. Perché una cosa è più odiosa delle miserie sopra citate: vale a dire l’impossibilità (fosse anche solo teorica) per un gruppo di calciatori di poter ambire al traguardo più alto. Ora Gravina, proprio dall’Allianz , ha spiegato che ci saranno 60 giorni per sviluppare il progetto “seconde squadre“ . Vedremo.