Il nuovo amministratore delegato della Juventus, Maurizio Arrivabene, non ha tardato a rendere chiaro quanto sia diretto il suo modo di esprimersi. A difesa della Juventus, duro e deciso, come ha sottolineato Marcello Chirico su CalcioMercato.
“Ho parecchio apprezzato le (finora) due uscite pubbliche fatte dal nuovo ad della Juventus Maurizio Arrivabene, quando è stato interpellato sul caso plusvalenze e poi sui contratti di de Ligt e Dybala – ha commentato Chirico. Diretto, senza troppi fronzoli, è andato dritto al punto in entrambe le circostanze. “Pretendo rispetto nei confronti della Juve” ha dichiarato Arrivabene sulla prima questione, riferendosi soprattutto al gran casino montato dai media circa un mese fa quando esplose la bomba Prisma, con l’avvio dell’omonima inchiesta della procura torinese sui conti del club bianconero”.
Un’inchiesta che ha visto indagata la Juventus, poi seguita a ruota dall’Inter, come ricorda Chirico: “Trenta giorni dopo la Guardia di Finanza è entrata nella sede dell’Inter, col medesimo mandato e l’identico sospetto, cioè che qualcosa non quadri del tutto nelle compravendite dei giocatori, ma già non se ne parla più“.
“Il ‘rispetto‘ chiesto da Arrivabene riguarda proprio questo: l’eccessiva enfasi data all’inchiesta torinese su una materia così sdrucciolevole come appunto le plusvalenze in ambito calcistico, ma anche una parità di trattamento mediatico, finora del tutto inesistente. Mancava alla Juventus qualcuno che, una tantum, lo facesse notare, e a quanto pare ora c’è“ ha sottolineato il giornalista.
“Alla pari Arrivabene mi è piaciuto anche quando ha mandato un messaggio chiaro a de Ligt e Dybala e (soprattutto) ai loro agenti, nella fattispecie Raiola e Antun: “Alcuni giocatori sono più attaccati ai loro procuratori che alla maglia“. Tradotto: vi interessano solo i soldi, non la squadra per la quale giocate. Sacrosanta verità”.
“Gli unici a non averlo ancora capito sono quelli che credono ancora ai calciatori che baciano la maglia o che dichiarano di voler “fare la storia del club”, ma poi il rinnovo lo firmano solo quando glielo dice il procuratore – ha aggiunto Chirico. O magari non ne rispettano nemmeno la scadenza perché l’agente ha deciso che lui e il suo assistito devono andare a guadagnare più soldi altrove. “Loro devono fare il loro lavoro, noi facciamo il nostro” e con questa frase Arrivabene ha separato nettamente ruoli e funzioni: voi calciatori dimostrateci sul campo quanto ci tenete a questo club, dopodiché noi dirigenti faremo il nostro, ovvero vi daremo (forse) quello che ci chiedono i vostri agenti. Di blindato non c’è nulla, né contratti in essere né quelli in discussione”.