venerdì, 26 Aprile 2024

Chirico: “Playoff e 18 squadre: Gravina e la FIGC si nascondono come nel 2006 con lo scudetto di cartone assegnato all’Inter”

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Marcello Chirico dedica una parte del suo editoriale alla paventata riforma del format Serie A, quella di ridurre le squadre del campionato da 20 a 18 di cui si discute da anni.

Ma nel momento in cui ci si è decisi a metterlo all’ordine del giorno della Lega, com’era prevedibile si è andati allo scontro e la decisione rinviata sine die”.

I piccoli club non molleranno facilmente le rendite derivanti da diritti tv e sponsor, e come accade di solito in questo Paese dove le minoranze prevalgono spesso su tutti gli altri, si troverà un accordo soltanto quando i lillipuziani otterranno ciò che vogliono dai giganti. Il ricatto, del resto, è nostro pane quotidiano”, le prime parole del giornalista di fede bianconera.

La colpa secondo Chirico è del presidente federale Gravina, principale sostenitore di playoff e playout per decidere scudetto e retrocessioni, si è limitato alle solite dichiarazioni machiavelliche: “Non si ragioni in termini individualistici ma sul giovamento che porterebbe la riforma all’intero sistema”. Stop”.

Chirico non dimentica quanto successo nel 2006 con Calciopoli e ammonisce: “Restando fedele così alla politica FIGC del decidere di non decidere, come già sperimentato dagli juventini sulla vicenda dello scudetto di cartone 2006. In sintesi: la Federazione propone, i club si scannino. Sperando di trovare un accordo per il 2023, data individuata da Gravina per il possibile cambio di format. Ce la faranno? Dubitare è lecito”.

Il giornalista sostiene che “l’introduzione di una nuova formula della Serie A di per sé non è sbagliata, se l’intento è quello di ridare interesse al campionato. L’importante è deciderlo per tempo, organizzando tutto per bene e non imponendolo a torneo in corso, come ipotizzato proprio da Gravina durante la fase calda della pandemia nella stagione 2019-2020.

“In quel caso, la FIGC sembrava pronta ad introdurre i playoff d’imperio, adesso che pare si sia finalmente deciso di avviare la sospirata riforma dei campionati, ecco Gravina preferire una posizione più defilata. Proprio in un periodo storico in cui un maggior coraggio sarebbe auspicabile, soprattutto da parte di chi avrebbe l’autorità per imporsi”, conclude il giornalista.

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