sabato, 23 Novembre 2024

Chirico dopo sfogo Sarri: “Perché Agnelli ha assunto un personaggio del genere? Il mister icona dell’antiuventinismo”

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Marcello Chirico ha dedicato un suo articolo dopo aver ascoltato lo sfogo a ruota libera di Maurizio Sarri con Pedullà.

La prima domanda che si pone il giornalista di fede juventina è sempre la stessa: Com’è stato possibile che alla Juventus possano aver deciso di assumere uno come Sarri?”

L’uomo che mostrò il dito medio ai tifosi juventini non poteva che scaricare di tutto contro la Juve alla prima occasione utile, come ha appunto fatto davanti alle telecamere di Sportitalia”, ha spiegato Chirico.

E ancora: “Questo è Sarri. Uno abituato ad andare in giro in tuta e che qualcuno provò ad infagottare in un abito blu, rendendolo goffo anziché elegante. Perché l’abito non farà mai il monaco, a maggior ragione se trattasi del mister di Figline”.

“L’ultimo al quale Agnelli, Paratici e Nedved avrebbero dovuto pensare per la panchina della Juventus”. 

Chirico non ci sta e ricorda cos’ha detto Sarri nella conferenza di presentazione alla Lazio:

Agnelli and friends hanno dovuto pure sentirsi dire che si era divertito di più a Napoli – dove non vinceva nulla – piuttosto che nel suo unico anno (vincente) alla Juve; che a Torino non si organizzò nemmeno una cena per brindare tutti insieme allo scudetto conquistato nel 2020 mentre la scorsa estate festeggiarono per un quarto posto; che la Juve non è obbligata a vincere la Champions perché ci sono almeno 9 club in Europa che hanno più risorse economiche e possibilità di lei; persino che c’è poco da fare sfottò sul famoso scudetto perso in albergo (quello del 2018/19) perché lui resta dell’idea che il Napoli lo perse proprio per gli episodi dubbi verificatisi in quell’ultimo Inter – Juve”. 

In sintesi, conclude Chirico: “Dopo averci lavorato ed essere stato lautamente e puntualmente pagato, Sarri pare conservare della Juventus la medesima considerazione che aveva a Napoli: un club triste, ricco ma non abbastanza e spesso aiutato dagli arbitri. Questo lo rende un’icona dell’antiuventinismo, e non solo a Napoli”.

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