Andrea Bosco, (giornalista di fede juventina) dopo aver appreso della costituzione della Super Lega da parte dei club più ricchi (12 per ora), smaschera il palazzo del calcio costituito in primis da UEFA e FIFA e poi da LEGA e FIGC.
Il giornalista articola il suo pensiero partendo dalla constatazione che giro di economico che ruota attorno alla Super Lega: “si aggirerebbe complessivamente sui 7,5 miliardi. Cifre non comparabili con i due miliardi scarsi che avrebbero messo sul piatto i “fondi“ che hanno scatenato l’ennesima guerriglia tra Lega e Federazione Italiana. Non paragonabili agli introiti che l’Uefa dal 2024 metterebbe a disposizione (con ampliamento a 36 squadre) dalla nuova Champions”.
Il giornalista ammonisce i media che si sono scagliati contro il progetto Superlega: “Le ragioni andrebbero esaminate. E non di pancia. […] Appare superficiale ridurre il tutto ad uno scontro tra gli “egoisti“ (fautori di un calcio dove a prevalere siano gli interessi mercantili di pochi) e i “puri“ (sacerdoti di un calcio democratico). In questa guerra non ci sono vergini. Hanno torto i club “ricchi“ poco oculati nelle individuali gestioni e piagati da una pandemia che ha scassato i bilanci. Ma hanno torto anche i Palazzi: ciechi e sordi alle istanze di cambiamento”, tuona Andrea Bosco.
Andrea Bosco rincara la dose: “La questione è di quattrini e di potere. Che tirino in ballo l’etica comuni cittadini e tifosi è sacrosanto. Che lo facciano i Palazzi ( che hanno truccato assegnazioni ed elezioni è irricevibile. La levata di scudi dei media è stata unanime”.
Nello specifico, spiega ancora Bosco: “Quei media – per restare all’orticello di casa nostra – dovrebbero interrogarsi anche sulle proprie responsabilità. A cominciare da quella di aver tollerato un sinedrio che non ha mai messo mano alle riforme: specie sul tema elettivo delle cariche istituzionali. Che non ha mai elaborato un nuovo format di giustizia sportiva. Che non ha mai riconsiderato una revisione della “ legge Melandri “ . L’unica riforma l’ha portata a casa Tavecchio : il Var”, sentenzia Bosco.
Il giornalista di Tuttojuve non ha dubbi: “La posta in gioco è enorme. Ma evocare la “purezza“ di uno “ sport“ che tale, da decenni più non è, appare risibile. Lo sport professionistico è business. Per alimentare il quale è indispensabile lo spettacolo. E’ così negli States per basket (NBA ndr), football, baseball. E’ così ormai per il tennis e per il nuoto. E’ così nella Formula Uno . E’ così nel golf. E’ così nel basket continentale per l’Eurolega”.
“Qui non ci sono “buoni“ e “cattivi“. Anche se piace “venderla“ in questo modo. Alcune presunte anime candide pretenderebbero l’esclusione immediata dal campionato di Inter, Juventus e Milan: i “reprobi“ che fanno parte della cordata scismatica. Le tre sorelle, associate alla creme d’Europe (dal Real, al Barcellona, dallo United al Liverpool) rappresentano il 70 % del “tifo“ in Italia . Sono le società che hanno vinto più scudetti. Quando sento parlare di futura “tirannia dei ricchi“ non posso dimentico che la tirannia da decenni è in atto. Con l’impensabile di una società che per 9 anni di fila ha vinto il titolo”.
Bosco conclude con la sua sentenza: “Il mercato notoriamente non ha anima: non è di destra e neppure di sinistra. E’ il “mercato“ . Fingere non sia così è ipocrita. Sono 12, per ora. Hanno detto no Psg, Bayern e Dortmund. Per ora”.