Marcello Chirico, direttore editoriale de ilbianconero.com, è tornato sulla vicenda Calciopoli, che ha avuto nefaste conseguenze per i bianconeri.
Una vicenda sulla quale bisognerebbe andare fino in fondo, secondo Chirico:
“A volte ci sono cose che mi fanno davvero arrabbiare, tipo quando sento dire da qualcuno che sarebbe arrivata l’ora di archiviare Calciopoli, con tutto ciò che ne conseguì.
Di mettere insomma una pietra tombale sul più grande scandalo di giustizia sportiva degli ultimi 120 anni di storia del pallone, e non parlarne più.
Il collega di Sky, Paolo Condò, ai tempi caporedattore della Gazzetta, ha suggerito ad Andrea Agnelli di fare questo beau geste, così da coronare cavallerescamente il suo primo decennio di presidenza juventina.
Domanda: perché? Per quale motivo? Non lo afferro.
A prendere subito la palla al balzo è stato Antonello Valentini, all’epoca dei fatti direttore generale della Federazione. Sì, proprio quella che mandò in Serie B la Juve e non le altre, senza possedere la prova inconfutabile di una sola partita manipolata a favore dei bianconeri in quel campionato finito sotto inchiesta.
Salvo avere però in mano la registrazione di un’esplicita richiesta da parte di un dirigente dell’Inter di orientare la direzione arbitrale di una gara di Coppa Italia.
Non solo. Pure quella di taroccare il sorteggio arbitrale proprio per una sfida con la Juve, con Carraro, allora presidente federale, che implorava i designatori di dire all’arbitro di quella partita di non favorire la Juve, per carità, semmai gli altri, ai quali venne poi assegnato lo scudetto di quella stagione, nonostante arrivarono terzi a -15 punti dalla vetta.
Pure Valentini ha chiesto ad Agnelli di utilizzare l’anniversario presidenziale chiudendo appunto Calciopoli. “Un gesto politico di grande valore”, l’ha definito.
Vi rigiro la domanda fatta a Condò: perché? Perché tirate tutti per la giacchetta il presidente della Juventus e gli chiedete di dimenticare, di lasciare perdere, di far finta di non aver sentito Collina dire a Meani “Non espulsi Nesta, altrimenti il tuo capo si arrabbiava”, e il suo capo ripetere più volte “Spinga, spinga” al fedele scudiero, il quale nel proprio ristorante gli riservava spesso un tavolo nei giorni di chiusura per poter incontrare proprio Collina, lontano da occhi indiscreti.
Il Milan venne penalizzato e mandato in Champions, la Juve in cadetteria. Ma loro chiedono ad Agnelli di chiuderla qui.
Personalmente non la penso nemmeno come Chiellini, quando nel suo libro scrive di ritenere una battaglia persa quella di riavere quei 2 scudetti, vinti legittimamente sul campo, come ha detto proprio Chiellini, e come ha ripetuto più volte in questi giorni Fabio Capello.
Forse esiste ancora un giudice da cui andare, se non a Berlino di sicuro a Strasburgo, tribunale al quale si è appellato Giraudo su consiglio dell’avvocato Dupont, quello del caso Brosnan. Uno che in genere le cause le vince.
E dovesse riuscirci pure in questa, Agnelli sarebbe davvero uno sprovveduto, se non ne approfittasse per chiedere giustizia di una mega truffa perpetrata ai danni del proprio club da una masnada di congiurati.
Più che beau geste mi sarei aspettato che gli chiedessero un invito a vederci chiaro“.