In Italia, sembra essere sempre più difficile avere regole uniformi per tutte le situazioni arbitrali, ma ciò che desta ancora maggiore preoccupazione è l’apparente partecipazione dei media a questo gioco che sembra voler danneggiare la Juventus.
Senza voler adottare una mentalità vittimistica, è necessario considerare fatti concreti, come dimostrato in un video in cui vengono confrontati due episodi identici.
Entrambi riguardano cross bassi in area intercettati dai difensori con il braccio d’appoggio coinvolto. I momenti in cui si sono verificati gli episodi sono identici, con il braccio ancora sollevato.
Ma qual è stata la reazione degli arbitri e dei media?
Nel primo caso, l’arbitro ha immediatamente concesso un rigore al Napoli. Nel secondo caso, invece, proprio due giorni fa, l’arbitro ha scelto di non intervenire nemmeno per riesaminare l’episodio. E il VAR sembra non essere stato attivato, a differenza di quando è stato utilizzato per annullare un gol di Vlahovic per un fuorigioco passivo di Rabiot.
Questi due episodi sono identici in tutto, tranne per la maglia dei giocatori coinvolti. Tuttavia, i media hanno cercato di tranquillizzare tutti dando spiegazioni che sembrano scagionare la Juventus dal presunto trattamento preferenziale. Hanno suggerito che non si tratti di un rigore per la Juventus perché il braccio coinvolto era utilizzato per l’appoggio. E si è fatto notare che il tipo di braccio coinvolto nel giocatore del Milan era diverso.
1) Juve – Bologna : non assegnato
2) Napoli – Milan :assegnato
Tutto ciò solleva legittime preoccupazioni sulla fiducia che si può avere nei confronti dei media sportivi. Se si nega la verità su situazioni identiche, è inevitabile chiedersi quanto veritiero possa essere il racconto in altre circostanze, magari con piccole differenze.
È il momento di considerare situazioni simili, come ad esempio le vicende delle plusvalenze, e riflettere attentamente sulle narrazioni mediatiche che circondano questi eventi. Ecco il link al video.