Nuovi sviluppi giudiziari sulla manovra stipendi: La Corte di appello federale ha ridotto da 16 a 10 mesi l’inibizione di Andrea Agnelli, decisa dal Tribunale federale nazionale per la cosiddetta ‘manovra stipendi’.
La notizia è stata diffusa da un’agenzia. La Caf ha infatti parzialmente accolto il ricorso dell’ex presidente Juve contro la squalifica, riducendo anche l’ammenda inflittagli da 60 mila a 40 mila euro. La sentenza è stata pronunciata dalla CFA a sezioni unite, presieduta da Mario Luigi Torsello.
I FATTI:
In seguito alle indagini dell’inchiesta Prisma sulle manovre retributive che riguardano le stagioni 2019-20 e 2020-21, i membri del management della Juventus hanno affrontato provvedimenti disciplinari. Paratici ha concordato un accordo per pagare una multa di 47 mila euro, Nedved di 35 mila e 250, Cherubini di 32 mila e 500, Gabasio di 18.500 euro, Morganti di 15 mila, Manna di 11.750 e Braghin di 10 mila. La Juventus ha risolto completamente la situazione con un’ammenda di 718 mila euro, decidendo di non intraprendere ulteriori azioni legali riguardo al caso delle plusvalenze.
In precedenza, Agnelli era stato punito con una squalifica di due anni in relazione al caso delle plusvalenze (che aveva portato alla penalizzazione di -10 punti in classifica per la squadra di Allegri nella stagione 2022-23). Tale sentenza era stata confermata dal Collegio di Garanzia e dunque, nell’ambito sportivo, la squalifica dell’ex presidente del club è stata elevata a due anni e dieci mesi.