Andrea Bosco dedica una parte del suo editoriale per Tuttojuve, ad enfatizzare l’operato dell’arbitro di Juve – Lazio.
“Popolo bianconero, la notizia ha dell’incredibile ma è avvenuto: il signor Massa, arbitro di Juventus- Lazio non ha condizionato il risultato. Non ha commesso errori”: è questa la stilettata del giornalista di fede bianconera.
“E, udite, udite , alla Juventus non è stato annullata alcuna rete. “Mosche cocchiere“: non ci sono elementi di discussione, questa settimana. Il circo “complottista“ non ha materiale al quale dedicarsi. Dovrà attendere fino al 2023 per tornare a suonare pifferi e tromboni”.
Poi sempre a proposito di arbitri, Andrea Bosco apre una parentesi sulla brutta pagina di cronaca che ha travolto l’AIA:
“Nel frattempo il procuratore generale dell’Aia (la cupola arbitrale) tale D’Onofrio (medico millantatore, nel senso di non laureato, tra l’altro) è stato “blindato“ per narcotraffico . Non mi sono fatto un “pakistano“. Magari altri sì. Io non ne faccio uso dai miei tempi universitari”.
“La cosa incredibile è che il signor D’Onofrio, era stato promosso da Trentalange mentre era ai “domiciliari“ per un precedente reato. Il rispetto dei diritti delle persone induce questo giornalista a non andare oltre. Il signor D’Onofrio (pensa un poco) era stato insignito del Premio Lo Bello”.
Del resto, spiega il giornalista “per accedere alla “congrega“ basta dichiarare di non avere precedenti penali. D’ Onofrio li aveva, ma nessuno ne era a conoscenza. Perché nessuno si era preso la briga di indagare. D’Onofrio aveva già “peccato“: per omessa denuncia. L’inquisitore degli arbitri che procedeva “aumma, aumma“. Un disastro. Lei presidente Gabriele Gravina, come lo chiamerebbe?”