Franco Carraro, ex presidente della FIGC, nel corso di un’intervista a il Corriere dello Sport è tornato sulla controversa vicenda Calciopoli:
“Io da Calciopoli sono uscito bene, ma mi è rimasta la rabbia nei confronti di me stesso. Commisi un errore che non mi perdono e che per di più mi costò la presidenza durante un altro Mondiale vinto e che avevamo preparato, dal momento che a maggio mi dimisi.
L’errore fu quello di non sostituire i designatori Bergamo e Pairetto nel 2004. Avevo tutta l’intenzione di affidare quel ruolo a Collina, lo chiamai e gli chiesi la disponibilità, a patto che avesse naturalmente abbandonato il fischietto. Mi rispose che avrebbe continuato ad arbitrare e io, un decisionista, tergiversai e mi feci distrarre da altre cose. Troppi impicci, in quella fase, la brutta figura agli Europei in Portogallo, la tempesta Napoli. Ricordo che ad Atene, durante le Olimpiadi, il presidente della Repubblica Ciampi ci chiuse in una stanza e domandò: ‘Ma che succede a Napoli?’ Avevo il terrore che fallisse.
L’incontro con Collina era avvenuto in gran segreto, ma Bergamo e Pairetto vennero a sapere che a fine stagione li avrei comunque sostituiti e cercarono qualche appoggio. Calciopoli nasce da quel mio errore, ma il calcio è uscito assai più brutto di come in effetti era. Inoltre non compromise l’esito del campionato perché lo scudetto 2004-2005, la stagione in cui si materializzò lo scandalo, l’avrebbe comunque vinto la Juve, che era la più forte di tutte. Calciopoli non fu un prodotto deviato del denaro, poiché non girò un solo euro, ma del potere“.