Claudio Marchisio scende nuovamente in campo per la sua Juve.
L’ex principino non è riuscito a trattenere tutta la sua indignazione dopo aver visto la puntata di Repotrt su Calciopoli, in cui sono emersi retroscena inquietanti che fanno gridare al complotto contro la Juventus nel 2006.
Ebbene, Claudio Marchisio dopo aver osservato con grande attenzione i servizi e le rivelazioni contenute nell’ultima puntata di Report, dedicata allo scandalo Calciopoli, qualche ora dopo ha pubblicato un’immagine emblematica su Twitter che ha fatto letteralmente impazzire i sostenitori della Vecchia Signora.
Ma che cosa ha fatto l’ex numero otto della Juventus? Semplice: ha postato l’immagine di un gigantesco tricolore col numero 38 con il logo della Juventus in mezzo.
Messaggio chiaro e ufficiale: “ridateci gli scudetti, la Juve ne ha vinti 38 e non 36”.
@juventusfc 💥 pic.twitter.com/rApTf1I7BR
— Claudio Marchisio (@ClaMarchisio8) April 18, 2023
C’è tuttavia ancora una speranza per riavvere gli scudetti, e questa è alimentata da Antonio Giraudo.
L’ex amministratore delegato della Juventus – braccio destro di Luciano Moggi – avrà l’opportunità di difendersi presso la Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha ritenuto ricevibile il ricorso presentato dai legali Amedeo Rosboch e da Jean-Louis Dupont, avvocato della storica “sentenza Bosman”.
La difesa di Giraudo è stata costruita su due capisaldi: ci fu una macroscopica violazione dei diritti della difesa – in merito ai soli 7 giorni concessi per leggere le oltre 7.000 pagine di atti prodotti nel corso del processo sportivo – ed esistono forti dubbi sulla ragionevole durata del processo, trascinatosi per 13 anni, secondo quanto ribadiscono Rosboch e Dupont.
A infondere fiducia a Giraudo è inoltre il fatto che, storicamente, il 90% dei ricorsi presentati venisse bocciato. Dopo l’annullamento, in sede penale, della condanna ad un anno e 8 mesi decretata dalla Cassazione per prescrizione, Giraudo e i suoi legali iniziano a sperare in un clamoroso ribaltone sul piano sportivo. L’iter richiederà alcuni mesi e ora prevede che lo Stato italiano produca dei documenti a sostegno della propria tesi e soltanto dopo inizierà la discussione del caso.