Il giornalista Andrea Scanzi, ha detto la sua sul ‘caso Juve’ e sulla protesta portata avanti dai propri tifosi.
“Quel gran genio di Winston Churchill una volta disse: ‘Mi piacciono gli italiani, vanno alla guerra come fosse una partita di calcio e vanno ad una partita di calcio come fosse una guerra’. Aveva totalmente ragione. Si può dire che gli italiani fanno la rivoluzione solo quando li toccano il calcio”, la premessa di Scanzi in una diretta sul proprio profilo Facebook.
“Io amo il calcio, l’ho sempre seguito sono milanista, mi piace parlare di calcio ma credo di avere contezza dell‘importanza residuale che ha il calcio. Anche se, come diceva Sacchi, il calcio è la cosa più importante tra le cose meno importanti”.
Ma perché sta dicendo questo? “Perché io sto leggendo in continuazione, da tutte le parti: ‘Monta la protesta, gli italiani si ribellano’. E uno dice: ‘Oh che bello, gli italiani si ribellano per le condizioni climatiche? Per l’attuale Ministro della Giustizia? Per il Ministro della Cultura? Per una classe dirigente imbarazzante? Per il carburante? No, gli italiani si ribellano, protestano, scendono in piazza perché hanno tolto 15 punti alla Juventus”.
Lo stesso Scanzi ha poi aggiunto: “Ci rendiamo conto? Ma dove caz*o vuole andare questo Paese? Non toccherò minimamente l’argomento della Juventus, è stata l’unica colpita, se ci sono altre società coinvolte. Vedremo se verranno penalizzate, punite anche loro, vedremo se verrà accettato il ricorso della Juventus, se quindi sarà annullata la penalizzazione”.
E infine: “Non me ne frega niente se è giusta o sbagliata anche se, stando a quello che leggo, mi fa abbastanza ridere che ci sia gente che si lamenta pure tra gli juventini. Ma non me ne frega niente nel caso specifico del caso Juventus o altri casi che riguarderanno altre società. Il punto è sociologico: le persone che si arrabbiano e protestano soltanto per le sciocchezze, per il calcio”.