Alberto Polverosi tra le colonne del Corriere dello Sport, prova a spiegare la metamorfosi della Juventus in Champions League che per la prima volta in questa stagione ha giocato una bellissima partita, vincendola ben oltre i due gol di scarto.
Il giornalista ritiene che le prodezze di Dybala “non devono offuscare il lavoro e il gioco di una squadra che, proprio per la prima volta, si può definire tale”.
Grande merito va dunque riconosciuto a Max Allegri: “Martedì sera in Champions la Juve ha giocato con due ali d’attacco (Chiesa e Bernardeschi), un regista (Locatelli) noto anche per le sue incursioni offensive, un centrocampista (McKennie) che come principale caratteristica ha proprio quella degli inserimenti con e senza palla, due attaccanti puri (Morata e Dybala), un terzino (Alex Sandro) che attacca spesso, un altro terzino (Danilo) che attacca meno ma attacca e due difensori (Bonucci e De Ligt) più bravi a impostare che a difendere (opinione che si riferisce soprattutto all’ultimo Bonucci)”.
Risultato? “Fuori i palleggiatori che rischiano di rallentare la manovra (Arthur), fuori Rabiot (meno offensivo di Bernardeschi), fuori un mediano puro (Bentancur). Per come era disposta tatticamente è stato giusto indicare il modulo nel 4-4-2, ma per le caratteristiche dei giocatori era un modulo da 4-2-4 (…)”.