Allegri, in conferenza stampa alla vigilia di Juve-Milan ha regalato un nuovo moto a tifosi e giornalisti.
Ma prima ecco cos’ha ribadito:
“L’ho detto anche dopo Malmoe. Abbiamo iniziato il 14 luglio senza giocatori, il 3 agosto con i nazionali post Europeo, abbiamo giocato subito, poi i risultati non sono stati direttamente proporzionali alle prestazioni”.
Allegri è convinto che “potevamo avere punti in più ma così non è stato. Non è che sono carico: quando dirigo un allenamento è sempre così. Dobbiamo crescere tutti insieme. Un’altra cosa che devo capire meglio: chi, quando viene in panchina, entra e rende o rende meno. Più avanti si va, più è facile per me. Conosco i giocatori”.
Il tecnico dispensa ottimismo:
“I campionati si vincono con le piccole. Il calcio l’ha inventato il diavolo: domini le partite, poi magari pareggi o perdi. Basta vedere anche il Milan mercoledì. Si sono ritrovati poi in vantaggio. Le partite cambiano, non è che prima di Malmoe eravamo ubriachi e scarsi”.
“Dobbiamo migliorare e avere il desiderio, l’ambizione, la voglia di essere il migliore. Il primo bilancio sarà alla sosta di novembre, con 12 partite di campionato e 4 di Champions, credo che lì saremo in una posizione diversa”.
Il tecnico bianconero in chiusura regala un altro motto
“La Juve deve giocare per vincere i campionati, non le partite. Le partite le vincono tutte, i campionati solo uno. Non sono due partite dove può succedere di tutto. La continuità alla fine verrà fuori. E alla fine vincerà la squadra che è stata migliore”, ha sentenziato Max
I problemi a centrocampo? “Questione di caratteristiche. Alla Juve è storto da sempre. I numeri piacciono a tutti: giochi 3-5-2 e sei asimmetrico. Chiesa e Cuadrado non sono Rabiot, che è più centrocampista. Così sei storto da una parte e devi dare supporto. Di là è sempre mancato un pezzo, prima Matuidi, poi Rabiot. Avevamo Mandzukic. Poi si può ovviare durante la partita.