Dopo la sconfitta rimediata al Maradona contro il Napoli, la Juventus è diventata bersaglio di severe critiche da parte di chi si aspettava prestazioni di ben altro livello.
A trovare delle attenuanti ai bianconeri di Allegri, il giornalista Stefano Agresti che su ilbianconero ha commentato:
“È un gioco al massacro, tipico del calcio: quando sei in difficoltà ti distruggono, ma sono pronti a osannarti non appena vinci due partite (dimenticando in un istante tutto quello che hanno detto in precedenza). È quanto sta accadendo alla Juve dopo questo avvio di campionato, nel quale ha conquistato appena un punto in tre partite, una miseria”, ha sottolineato Agresti, che ha poi aggiunto:
“È però incomprensibile, e forse anche poco onesto dal punto di vista intellettuale, prendere a pretesto la sconfitta di Napoli per azzannare la Juve, anche se si aggiunge ad altre due gare andate male (a Udine per colpa del portiere, con l’Empoli per colpa di tutti)”.
“A Napoli non c’era in campo la Juve, ma mezza Juve, anzi di meno. Mancavano, per cominciare, due campioni che le partite possono vincerle da soli: Dybala e Chiesa. Mancava Cuadrado, sempre tra i migliori dei bianconeri. Mancavano anche Bentancur, che non ci fa impazzire però se non altro dà sostanza, e soprattutto Danilo e Alex Sandro. Allegri ha schierato una formazione non rimaneggiata, ma molto di più. Con tutto il rispetto per De Sciglio e Pellegrini, come si fa a non tenere conto delle differenze tra loro e i titolari? E come si può trascurare il fatto che all’85’ questa Juve malridotta fosse ancora sull’1-1 contro un Napoli praticamente al completo?” ha evidenziato.
“Ma già sappiamo come vanno queste faccende: un paio di vittorie e i critici feroci di oggi diventeranno i leccapiedi di domani“, ha concluso Agresti.