Si riaccendono le polemiche sul match Inter-Juventus del 2018, dopo che Le Iene hanno trasmesso un servizio in merito al contatto Pjanic-Rafinha.
A tornare sull’argomento anche il giornalista Marcello Chirico che su calciomercato.com ha analizzato la vicenda.
“Tre anni. Tanti ne sono passati da quel derby d’Italia datato 28 aprile 2018, eppure se ne parla ancora“, scrive Chirico, che poi aggiunge: “Perché c’è di mezzo la solita Juventus, solo per questo. La Juve, uno scudetto perso dal Napoli ed una querela: quella ricevuta dalla redazione de Le Iene dal designatore degli arbitri Rizzoli, insieme ai 2 direttori di gara Orsato e Valeri, accusati di frode sportiva a favore, appunto, di Madama e di aver occultato le prove di quell’illecito. Accuse pesanti”.
“Ecco perché ultimamente a Mediaset si stanno accanendo con la storia del contrasto tra Pjanic Rafinha avvenuto in quella partita, il doppio giallo mancato per il bosniaco, l’audio assente del VAR su quell’episodio e la denuncia dell’ex procuratore federale Pecoraro (accanito tifoso napoletano)”, ha aggiunto Chirico.
“Pjanic non era da rosso diretto e quindi il VAR, per protocollo, non poteva intervenire. Per il medesimo motivo, Orsato non ascoltò Valeri, perché poteva farlo”, ha spiegato il giornalista, che ha poi posto un quesito:
“Si insiste pervicacemente sull’episodio Pjanic/Rafinha ma non si capisce perché, nella stessa partita, a nessuno – Iene comprese – interessi sapere come mai, all’inizio del 2° tempo, non venne concesso da Orsato un rigore netto su Matuidi, prima urtato da Skriniar e poi atterrato da Cancelo. Risposta semplice semplice: sarebbe stato un penalty a favore della Juventus, come tale non importa sapere per quale motivo il VAR non intervenne, nonostante in quel caso il protocollo glielo avrebbe consentito. Pecoraro non chiese l’audio su quell’episodio, le tv non montarono lo stesso casino fatto per Pjanic e quell’episodio finì nel dimenticatoio“.
“Polemica c’è, solo se riguarda Juve. E se non ti unisci al coro sei fazioso, antisportivo, un ‘giornalaio'”, ha concluso Chirico.