giovedì, 25 Aprile 2024

Moggi: “Juventus ha avuto il coraggio di scoperchiare pentola maleodorante dell’UEFA lasciando Ceferin in mutande. E Guardiola è innamorato solo dei suoi 30 milioni annui che percepisce”

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Arrivano dall’ex direttore generale della Juve Luciano Moggi le bordate a Uefa e Pep Giuardiola dopo il caos scatenatosi con il tentativo di 12 club di costituire la Superlega.

“Purtroppo l’ipocrisia è entrata di prepotenza nel mondo del pallone. Pensate al caso Superlega. I primi a contestare la propria società sono stati giocatori e l’allenatore del Liverpool, e adesso anche Guardiola (mister del Manchester City) ha criticato il suo club al grido che «il calcio è dei tifosi e io li seguo». Belle parole indubbiamente, piene di romanticismo che fa presa, ma solo parole. Secondo noi Pep è più innamorato dei 30 milioni annui che percepisce, il resto è poesia”, tuona Moggi.

Big Luciano spiega che Guardiola “nonostante sappia che gli stipendi di giocatori e allenatore gravano sulla società per il 70% degli introiti annui, ha avuto il coraggio di criticare i suoi dirigenti perché vanno alla ricerca di maggiori ricavi per fronteggiare le maggiori spese”.

A proposito della Superlega, Andrea Agnelli è ancora sulla graticola, ma Moggi invita tutti ad andarci piano con le critiche: “Sarebbe forse più utile immaginare cosa potrebbe essere il calcio in Italia senza Inter, Juve e Milan. Che, tra l’altro, hanno avuto il coraggio di scoperchiare un pentola maleodorante (tutti lo sapevano ma nessuno lo diceva), mettendo in mutande Infantino e Ceferin”

Questi ultimi, secondo Moggi “sanno solo ripetere come nella maggior parte dei casi il dissesto avvenga per il pressappochismo di alcuni dirigenti impreparati: può anche essere vero, ma solo in qualche caso”.

Poi però, nell’enfasi di dar forza ai loro concetti, incorrono in gravi errori di merito citando tra l’altro Atalanta, Lazio, Napoli, assurte ai vertici del nostro calcio perché parsimoniose e sane nei bilanci. Giudizio che ci trova d’accordo ma solo nel confermare come esse siano effettivamente gestite oculatamente.

“Però i due dovrebbero anche dirci la differenza che esiste tra le tre che citano rispetto a Inter, Juve e Milan. Perché quest’ultime sono condannate a vincere, non possono vendere i pezzi migliori per far cassa, devono anzi acquistare campioni là dove difettano in qualche ruolo. Mentre Atalanta, Lazio e Napoli se riescono a qualificarsi in Champions è come se vincessero un campionato, e possono vendere i migliori e far cassa: Obiettivi opposti.

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