Le indagini della Procura della Federcalcio sul caos tamponi in casa Lazio si sono concluse con un deferimento del presidente Claudio Lotito e di due medici del club Ivo Pulcini e Fabio Rodia. Non ha sortito nessun effetto l’audizione richiesta dal numero uno dei biancocelesti e dall’avvocato Gentile per tentare di evitare il deferimento, che è stato notificato nelle scorse ore attraverso il comunicato diffuso dalla Federazione.
Giuseppe Chinè e gli ispettori federali, che dalla fine di ottobre indagano sull’operato della Lazio, sono stati inflessibili e hanno rinviato a giudizio il presidente Lotito, il direttore sanitario Pulcini, il medico sociale Rodia.
Alla Lazio viene attribuita responsabilità propria, diretta e oggettiva. Per Lotito ci potrebbe essere il rischio della decadenza dalla carica di consigliere federale rappresentante della Lega, mentre per Inzaghi e per la Lazio, se non riusciranno a risolvere con una multa, c’è l’ipotesi concreta di pagare in punti le violazioni procedurali contestate dalla Procura.
Chiné potrebbe chiedere le sconfitte per 3-0 a tavolino nelle partite con Torino e Juve e una penalizzazione in classifica. Significherebbe, come minimo, estromettere la Lazio dalla corsa Champions e inevitabilmente compromettere la stagione in chiave futura. La sentenza definitiva potrebbe arrivare per la fine di aprile, quando il campionato sarà ormai prossimo alla chiusura.