Nel corso di un’intervista a la Gazzetta dello Sport, Leonardo Bonucci ha commentato la ripresa del calcio italiano, ma anche parlato della sua carriera e della sua vita privata.
Sul periodo di isolamento causato dal Covid-19 Bonucci ha commentato:
“Mi sono goduto la famiglia, cosa che nella vita normale era impossibile, per trasferte o altro. Ai miei figli non sembrava vero che facessimo colazione tutti insieme”.
Sulla ripresa del campionato, il difensore bianconero ha commentato:
“Spero che si arrivi alla fine normale del campionato. Se non fosse così nascerebbero un sacco di storie, polemiche, ricorsi… Io non sono favorevole ad altre ipotesi. Se ci si ferma, meglio finirla lì e non assegnare nulla. Speriamo di arrivare al 2 agosto e decretare un vincitore. Sperando sia la Juve…”.
Una ripresa che prevederà calcio per un anno e mezzo senza soste:
“Ne parlavo con mia moglie, le ho detto che gli unici giorni di vacanza che avrò, di qui in avanti, saranno quelli legati alla decisione di non giocare qualche partita. Sarà calcio fino a luglio dell’anno prossimo, 14 mesi intensissimi. Qualche volta mi dovrò fermare, e non sarà facile. Io vorrei giocare sempre ma invece mi dovrò contenere, dovremo persino programmare degli stop. Un anno e due mesi ininterrotti sono una sfida durissima“.
Sulla rivale Lazio, Bonucci ha commentato:
“In questo campionato ci ha tolto un trofeo, è una bella squadra, Inzaghi è un grande allenatore. Ma adesso, dopo questa inattività, è difficile fare previsioni. Magari chi era in forma prima della pausa ora non lo è più, o viceversa”.
Bonucci ha poi proseguito commentando quello che è l’obiettivo numero uno, la Champions League:
“È facile pensare che troveremo il Lione in difficoltà ma non dobbiamo farlo. Ci giochiamo in una gara il 90% della stagione. È troppo importante per cedere a inutili e pericolose sottovalutazioni. Anche noi, ad agosto, verremo da un tour de force impressionante. Bisognerà avere il massimo della concentrazione, altroché”.
Bonucci è poi tornato sulla scelta di vestire la maglia del Milan:
“Fu un anno difficile per me, sia a livello personale che lavorativo. C’erano stati screzi e io, alla fine, specie dopo la sconfitta in Champions, ho preso una decisione poco lucida.
Però devo dire che quella scelta, che certo mi ha condizionato la carriera, mi ha migliorato come uomo. Quei mesi al Milan mi hanno consentito di guardarmi dentro e capire che il mio posto era nella Juventus, in questa che sento come la mia famiglia.
Ho conosciuto al Milan persone belle, prima tra queste Rino Gattuso. È stato un anno difficile. Ma non inutile. Al termine del quale sono stato molto contento di tornare a casa“.