sabato, 23 Novembre 2024

Chirico assicura: “Nonostante il dito medio mostrato ad Agnelli Conte porta addosso un imprinting da juventino. Lui disposto ad abbassarsi lo stipendio pur di tornare alla Juve”

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Marcello Chirico teme la tremenda vendetta dell’Inter che i nerazzurri di Antonio Conte cercano da due anni.

Marotta e Conte sperano di ottenerla, nella maniera più cinica e tremenda possibile: battendo la Juve sabato allo Stadium, già con lo scudetto in tasca e la possibilità di estrometterla in modo definitivo dalla prossima Champions League, prima ancora che ci pensi Ceferin (il quale, a dire il vero, vorrebbe non farla partecipare pure all’ Europa League)”.

Il giornalista con molta onestà ammette: “L’Inter, per tornare a vincere uno scudetto dopo 10 anni, ha avuto bisogno di 2 ex juventini: un ottimo manager e un bravissimo allenatore. È un dato di fatto”.

Due numeri 1 andati via dalla Juve per incomprensioni con l’attuale dirigenza bianconera, convinta di poter continuare a vincere anche senza di loro. Ci sono riusciti mettendo in panchina un altro tecnico molto bravo come Allegri, non ce l’hanno più fatta quando si sono ritrovati senza un Direttore Generale capace come Marotta”. 

Paratici è uno dei migliori scopritori di talenti in circolazione, ma sapere individuare dei bravi calciatori non è sufficiente per svolgere poi a tutto tondo il ruolo di dirigente, in questo caso di Direttore Sportivo e al tempo stesso di DG: devi saper trattare coi procuratori, coi club proprietari dei cartellini, saper scrivere i contratti”.

Altrimenti poi vengono fuori aborti come quello fatto firmare la scorsa stagione a Sarri: un accordo biennale con una penale da 2.5 milioni da far valere nel caso non scattasse, in automatico al terzo anno, il rinnovo con maggiorazione di stipendio. Roba da manicomio”.

Chirico cita alcuni esempi come scambi assurdi, tipo Pjanic per Arthur o Spinazzola per Pellegrini[…] Oppure la scelta di investire 45 milioni su Kulusevski piuttosto che su Haaland, quando la rosa era già zeppa di esterni e deficitaria in attacco, dove era stato immolato sull’altare delle plusvalenze pure il giovane Kean, salvo provare poi a riprenderlo ad una cifra decuplicata nella sessione di mercato successivo. Per non parlare dell’assurda manfrina per cercare di assicurarsi Suarez. Errori su errori che, forse, Marotta non avrebbe commesso”.

Tuttavia, secondo Chirico è convinto che “nonostante il dito medio mostrato ad Agnelli nell’ultimo confronto in Coppa Italia, Antonio porta addosso un imprinting da juventino che gli è servito eccome per riuscire a far vincere anche l’Inter, dove si è trovato ad affrontare mille difficoltà ed imprevisti non senza qualche confronto a muso duro. Come capitò in passato, per altri motivi, pure alla Juve, dove però a fine mese lo stipendio gli veniva versato regolarmente in banca. Ecco perché Antonio sarebbe disposto anche ad abbassarselo pur di poterci tornare, come provò già a fare due stagioni fa ma Agnelli mise il veto. In caso però di rivoluzione societaria, mai dire mai. Magari anche per il Beppe”.

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