Dusan Vlahovic al Milan sarebbe davvero la scelta giusta? La risposta è no. Se da un lato è vero che il serbo ha deluso nell’ultima stagione — senza mai essere davvero protetto né tutelato da società e allenatore — dall’altro va considerato che ritroverebbe Massimiliano Allegri in panchina, primo elemento a suo sfavore.
Inoltre, i rossoneri non parteciperanno alle coppe europee, il che consentirà loro di giocare meno partite, recuperare più facilmente ed essere più freschi rispetto alla concorrenza. È realistico pensare che il Milan possa rientrare tra le prime quattro, anche se conquistare lo scudetto sarà più complicato: il Napoli si rinforzerà, l’Inter resta un gradino sopra nonostante le cessioni in arrivo, e poi ci sono l’Atalanta ancora da decifrare, la Roma del nuovo corso targato Gasperini e tutte le altre.
La nuova Champions League garantisce ricavi fra i 70 e i 90 milioni di euro l’anno, mentre Vlahovic avrebbe un costo complessivo di circa 38 milioni, considerando una plusvalenza di 15 (ipotizzando un incasso di 30 milioni dal Milan) e i 23 milioni di stipendio lordo.
Sono tanti o pochi? Dipende dal rendimento. Di certo cedere un attaccante così a una rivale diretta per la zona Champions non sembra un’operazione particolarmente lungimirante, soprattutto se si pensa che un suo improvviso exploit realizzativo non è affatto da escludere.