Dopo le polemiche del match tra Inter e Verona, l’ad Beppe Marotta ha parlato presso la sede della Lega Serie A.
“Sono qui per fare un consuntivo, perché dopo sei mesi penso sia giusto fare un punto. Penso sia giusto riconoscere i meriti dell’Inter, di essere primi meritatamente in Serie A. Frutto di una cultura del lavoro applicata in modo intenso, di un grande senso di appartenenza da parte dell’allenatore, dei giocatori, di solidità da parte della società, di un patrimonio indiscutibile rappresentato dai nostri tifosi. Le statistiche certe volte aiutano a valutare oggettivamente i fatti, le statistiche dicono che siamo primi con 48 punti, 15 vittorie, una sola sconfitta, miglior differenza reti, miglior attacco, miglior difesa. Vuol dire che siamo autorevolmente in testa alla classifica”.
E sulle recenti polemiche:
“Le polemiche, o meglio le critiche, devono investire l’intero molto del calcio italiano. Fanno parte della vita, bisogna saperle gestire e accettarle. Credo che l’introduzione del VAR sia stata invocata da tutti, dobbiamo sottolineare come il VAR non sia stato preso come strumento per debellare definitivamente gli errori degli arbitri, ma semplicemente per ridurli e da questo punto di vista credo che l’obiettivo sia stato colto”.
“Poi al termine della stagione ogni società deve mettere sul piatto della bilancia pro e contro e valutare, ma chiaramente se la soggettività esiste esiste anche l’errore, quello di un essere umano che è l’arbitro ma non mi addentro in questo. Io credo e sono certo che alla fine della stagione la squadra migliore vincerà il campionato”.
E sulla frase di Sogliano (‘MAROTTA BRAVISSIMO DIRIGENTE’ NELL’ANALIZZARE LA CLASSIFICA DELL’INTER FACENDO SOTTINDENDERE COSE MOLTO GRAVI’)
“Non voglio entrare in polemica e in queste considerazioni capziose. Dico solo che dalla mia c’è esperienza nel saper gestire situazione, lungi dal pensare che una società, in questo caso l’Inter, possa essere condizionata, questo lo rimandiamo al mittente. Non ho colto da parte della critica un sentimento del genere, ma rimarco ancora una volta come i meriti siano frutto di una squadra che ha alle spalle una società forte”.
“La mia non è una necessità di difendere l’argomento arbitri, era quella di puntualizzare i meriti dell’Inter ottenuti sul campo. Poi mi sembra che la polemica anche ieri si debba estendere ad altre partite, non solo la nostra. Capita, non sto qui a elencare eventuali torti o errori a nostro svantaggio, non è il modo di fare dell’Inter. Ripeto, alla fine vincerà la squadra migliore sotto tutti i punti di vista, non si può e non si deve parlare di favoritismi. E il mio ruolo di oggi non è quello, ma semplicemente fare un consuntivo, coincidenza vuole che proprio il termine del girone d’andata capiti in questo lunedì. Ma ci tengo anche a sottolineare come essere campioni d’inverno sia una vittoria di Pirro, solo platonica. Conta tagliare il nastro d’arrivo al termine del girone di ritorno”.
“Io sono più di 40 anni che sono nel calcio e ogni anno vengono analizzati episodi a favore e sfavore di questa e quella società. Prima c’era l’occhio dell’arbitro e non c’era il VAR, oggi c’è e si continua a fare polemica. Fa parte del gioco. Metaforicamente oggi siamo una lepre e una lepre deve saper schivare anche le fucilate dei cacciatori, fa parte del ruolo e dell’esperienza, nell’ambito di una trasparenza e di una competenza che deve essere sempre riconosciuta”.