Lungo tweet di Marco Bellinazzo sull’Inchiesta della Juventus e sul conseguente patteggiametno del club per la manovra stipendi:
“Con il patteggiamento di ieri si chiude una delle pagine più irrazionali della giustizia sportiva italiana. La Juventus fc viene penalizzata per 10 punti sul “caso plusvalenze fittizie” e non ne è stata provata una”.
“La sanzione deriva dalla violazione della lealtà sportiva. Un principio tanto bello quanto astratto. Il tutto sulla base di intercettazioni e documenti che non hanno passato neppure il vaglio dell’udienza preliminare”.
“Creando un precedente pericoloso per tutti. Perché il principio è talmente ampio che può rientrarci qualsiasi cosa”.
Per le manovre stipendi a cui sono collegate gravissime accuse di falso in bilancio, che avrebbero comportato secondo la Procura federale l’alterazione dei campionati, si patteggia un’ammenda inferiore allo 0,2% del fatturato del club.
Dunque, non c’è alcuna certezza giuridica sull’operato del club e dei suoi dirigenti. Intendo con ciò un chiaro rapporto tra violazione di una norma e relativa sanzione. Quando la sommarieta’ scivola nell’arbitrarieta’ si confonde tutti e si toglie credibilità al sistema”.
“A questo punto non vedo perché la Uefa debba punire la Juve e sostituirsi a una sua Federazione che ha comunque emesso un verdetto. Per la Juve la vera punizione sono gli 80 milioni in meno della Champions da cui è stata esclusa”.
“A mio avviso si rischia di cadere nel divieto di ne bis in idem. Notazione a margine: che fine hanno fatto i rapporti con club amici per le plusvalenze fittizie? Indagano ancora varie Procure, ma non era già tutto chiaro sulla base delle 14mila pagine dell’inchiesta Prisma?”
“In conclusione, una giustizia che non dà certezze nel calcio moderno dei variegati interessi multimilionari e geopolitici, né di colpevolezza, né di innocenza, a mio parere serve a ben poco. Anzi è controproducente”.