sabato, 23 Novembre 2024

Giovani Juve, Allegri sale in cattedra: La lezione dell’allenatore bianconero in conferenza stampa

Condividi

spot_imgspot_img

Allegri ha fatto una lunga disamina in conferenza stampa sui giovani della Juventus:

“Appena abbiamo finito a Lecce, la preoccupazione è stata questa, com’è normale. Da un lato c’è l’aspetto negativo, che vengano esaltati i giovani com’è giusto che sia, da tutti. E quindi un ragazzo di 20 anni che viene catapultato non è facile che rimanga in equilibrio”, le prime parole del miste dalla sala stampa alla vigilia di Juve-PSG

Mi sono segnato tutti i giovani alla Juve, sono una quindicina dal 2000, 2001, 2002, 2003, 2005, ci sono tanti ragazzi bravi tra Next Gen e Primavera. Non possiamo pensare e credere che un ragazzo che non ha esperienza di partite internazionali e nazionali, con la Juventus – che ha un peso completamente diverso dagli altri -, possa, oltre a dare entusiasmo, spensieratezza ed energie, possa avere le responsabilità di risolvere i problemi della Juventus”.

Devono lavorare come ogni giovane, come chi ha meno esperienza. In maniera serena e tranquilla. Se giocano qui hanno qualità, non sono matto. Chi ha giocato finora, ha giocato con me”.

Poi la stoccata ai sui detrattori: “A partire da Kean nel mio ultimo anno, fino all’ultimo che ha debuttato l’altro giorno. Vuol dire che c’è un buon lavoro sotto, ci sono ragazzi bravi, ma ci vuole un percorso. All’interno di una rosa, ci sono 10-12 giocatori… pensiamo anche a Rovella, Ranocchia e De Winter, stanno giocando in Serie A e c’è stato un buon lavoro”.

Il monito: “Non pensiamo a ragazzi con poche partite, che possano risolvere le partite e portare la Juventus a vincere. Ci vuole equilibrio come in tutte le cose, ci sono giocatori d’esperienza e di valore con ragazzi con freschezza ed energie, che vengono inseriti pian piano, già che sono con loro vuol dire che hanno valore. Noi dobbiamo essere bravi, io come allenatore e la società lo sta facendo: si cerca di mantenere un equilibrio”.

Allegri spiega che “alla Juve, la prima, la seconda, il primo mese, il primo anno: giocano tutti. Ma al secondo anno, quando devi confermarti, diventa più difficile. Per giocare tanti anni alla Juve devi avere una forza mentale, oltre che tecnica, che va al di là delle disquisizioni tecniche che un ragazzo o un giocatore può avere. Deve avere una forza mentale diversa da tutti per stare anni alla Juventus, o in una squadra che vince. La Juve è unica per pressione, per questo ci vuole pazienza. Non è che uno gioca 10 minuti e diventa… quanto fatto a Lecce, col Psg è già dimenticato”.

Bisogna mettersi sempre in discussione, il giorno dopo. La Juve non è costruita e ricostruita per obiettivi passeggeri. Dev’essere costruita per obiettivi finali. Ci si arriva attraverso gli obiettivi passeggeri”.

“Detto questo: Miretti, che ha qualità straordinarie, gli ho parlato ieri. Non può sbagliare l’ultimo passaggio tre volte come a Lecce. Non può sbagliare 5 volte se sta davanti al portiere, ma fa parte della crescita. Magari un ragazzo che ha fatto una giocata straordinaria, un colpo di tacco straordinario, pensa d’aver fatto tutto. Invece manca l’ultimo pezzo. Dico sempre: su un chilometro, 900 metri corrono tutti, i 100 metri corrono in pochi. E’ lì la differenza, nella testa”.

Condividi

Leggi anche

Ultime notizie