Tony Damascelli sul quotidiano Il Giornale ha parlato della Juventus e del caso Ronaldo, mettendo in risalto il ritrovato piglio decisionista dei bianconeri.
“La Juventus è tornata a essere la Juventus – ha affermato i giornalista. Non mi riferisco alla squadra ma al club, spesso vittima, nell’ultimo decennio, di passione, tifo e affettuose confidenze con calciatori e affini. L’affare Ronaldo smaschera gli affaristi che pensavano e pensano ancora che la società bianconera sia una banca a perdere ma forse, ed era ora, è finito il tempo delle mele, quello durante il quale addirittura un allenatore, Sarri Maurizio, venne portato in riverenza a salutare Cristiano Ronaldo in vacanza”.
Un Ronaldo che in queste ore, insieme al suo agente Jorge Mendes, ha “scoperto un nuovo interlocutore, Arrivabene insieme con la proprietà, non più disposti ad accettare la qualunque”.
“Un concorso di cause che ha portato a un epilogo del resto atteso da tempo, dopo che lo stesso Ronaldo aveva manifestato il proprio disappunto per le speculazioni di mercato sul suo nome però mai citando la Juventus. Dettaglio, che dettaglio non è in verità, ha lasciato traccia nel club, la proprietà ha garantito 700 milioni. Non sono le arroganze di CR7 a provocarle turbamenti, semmai un futuro da riprogrammare con maggiore attenzione e minore affetto, abbandonando le imprese donchisciottesche internazionali e badando all’ordinaria amministrazione che, per la storia della Juventus è stata sempre straordinaria, nei risultati e nella sua dignità. Cristiano Ronaldo è stato un momento esaltante, come lo sono stati Omar Sivori, Michel Platini, Zinedine Zidane. Ma i calciatori passano, la Juventus resta“ ha concluso.