L’ex allenatore Marcello Lippi nel corso di un’intervista concessa a TuttoSport ha così commentato l’importante e attesa sfida di domenica prossima tra Inter e Juventus:
“Non conta tantissimo a livello di punti. Anche se dovesse vincere l’Inter e allungare, mancano ancora troppe partite perché possa essere considerata una sentenza. A livello di crescita mentale, tuttavia, vincere o perdere può fare la differenza. L’Inter è più avanti, perché Conte è lì dall’anno scorso, ha migliorato, perfezionato, sistemato le pedine giuste al posto giusto. Andrea sta compiendo un cambiamento radicale, sta impostando un atteggiamento nuovo, cerca di giocare in modo diverso e mi sembra stia iniziando a raccogliere i primi frutti. Sarà una sfida meravigliosa“.
Su Pirlo “la decisione è stata presa dopo nove scudetti consecutivi e altri trionfi assortiti, quindi se lo può permettere per rinnovare gli stimoli e mettere le basi per un nuovo ciclo. Poi considero Andrea una persona di grande intelligenza, che conosce bene l’ambiente ed è conosciuto benissimo dall’ambiente e da Agnelli stesso. È una scommessa, quello sì, ma non è un azzardo, ha una sua logica.
La famiglia ha sempre espresso figure di altissimo livello, come l’Avvocato e come il Dottore – ha continuato Lippi -. E Umberto Agnelli era una figura di altissimo livello, per molto tempo la figura dell’Avvocato aveva catalizzato l’attenzione, ma il Dottore era altrettanto grande. Non saprei dire se Andrea gli assomiglia, certamente è orientato in quella direzione, ma gli mancano gli anni di esperienza che in questo caso sono molto importanti. La preparazione e il carisma, però, sono di famiglia“.
Sul tanto sospirato obiettivo Champions League, Lippi ha commentato:
“Quando abbiamo vinto il Mondiale erano passati 24 anni dall’ultimo… chissà che non sia quello il periodo che deve trascorrere fra un trionfo e l’altro. Scherzi a parte, questo potrebbe anche essere l’anno buono per la Juventus, perché le squadre con allenatori come Pirlo, che nella sua carriera ha sempre frequentato i piani altissimi del calcio e delle sue competizioni, potrebbero paradossalmente avere più problemi a trovare la concentrazione in partite più banali rispetto alle grandi sfide, vedi il 3-0 rifilato al Camp Nou al Barcellona“.