domenica, 14 Settembre 2025

Chivu: “Abbiamo stradominato la Juve. La miglior partita dell’Inter allo Stadium”

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Il tecnico nerazzurro analizza il ko allo Stadium: “Abbiamo dominato dal primo minuto, ma serve più lucidità e pragmatismo”

Un Cristian Chivu amaro quello che parla dopo la sconfitta dell’Inter contro la Juventus all’Allianz Stadium. Una gara spettacolare e ricca di colpi di scena, decisa nel finale dalla perla di Adzic che ha consegnato i tre punti ai bianconeri.

Per l’allenatore interista si tratta della seconda sconfitta consecutiva, ma nel post gara non manca di sottolineare come, a suo avviso, ci siano “cose accadute nel passato da cancellare” all’interno del gruppo. Al tempo stesso, Chivu ha evidenziato anche i lati positivi della prestazione, ribadendo che la sua squadra ha “dominato dal primo minuto”.

L’analisi di Chivu a Dazn

Ai microfoni di Dazn, Chivu ha commentato così la sconfitta della sua Inter contro la Juve:
“Non guardo mai a livello individuale, non è giusto parlare di singoli. Dovevamo gestire meglio determinati momenti, prima che la palla arrivasse a Dimarco si poteva gestire meglio. Loro da inizio partita, quando erano in difficoltà, non si vergognavano di calciare la palla in tribuna. Calhanoglu? Mi prendo la prestazione di tutta la squadra, della personalità in campo messa dall’inizio anche nelle difficoltà. Calha ha fatto ciò che ci aspettavamo facesse, queste sono le sue qualità, questo è quello che ci può dare”.

Il tecnico ha poi aggiunto: “Come si allenano la lucidità e il pragmatismo? Capire i momenti, quando fare o non fare determinate cose. E capire la gestione di una partita dove hai speso tanto per ribaltarla: negli ultimi 10 minuti le cose andavano fatte diversamente. Si allena, è una questione mentale, di abitudine ed esperienza. Si va avanti guardando ciò che di buono è stato fatto, anche se torniamo a casa col rammarico di non aver vinto la partita”.

“Serve cancellare il passato”

Sul percorso di crescita della squadra, Chivu ha sottolineato: “Guardiamo ciò che di buono è stato fatto oggi e nel secondo tempo con l’Udinese, anche se poi siam tornati a casa con niente. Si va avanti, si lavora: bisogna anche cancellare qualcosa accaduta nel passato per avere la lucidità e la serenità di portare a casa i risultati, perché per il lavoro la squadra sta lavorando sodo e bene”.

La conferenza stampa allo Stadium

In sala stampa, l’allenatore nerazzurro ha confermato la sua analisi: “La squadra ha dominato dal 1′. Siamo andati in svantaggio, ma abbiamo saputo reagire. Tuttavia, è mancata la lucidità nel leggere le fasi decisive della partita. Se fossimo stati più pratici e concreti, probabilmente saremmo tornati a Milano con un risultato migliore”.

Sul riferimento al passato, Chivu ha chiarito: “La finale di Champions non c’entra nulla. Quello che dobbiamo comprendere è che, in certi frangenti, non serve essere spettacolari: serve essere efficaci. In vent’anni non avevo mai visto l’Inter giocare una partita di questo livello qui allo Stadium contro la Juve. Purtroppo, però, torniamo a casa a mani vuote. Se facciamo prestazioni così non mi preoccupo del futuro. Le altre cose le facciamo bene, serve essere più pragmatici”.

Ottimismo per il futuro dell’Inter

Nonostante la sconfitta, Chivu resta fiducioso: “Io resto ottimista. Se questa squadra può esprimersi così, non sono preoccupato. Dobbiamo solo imparare a gestire meglio i momenti chiave per riuscire a chiudere le partite”.

A chi gli ha chiesto di Marcus Thuram, ripreso sorridente dopo il gol bianconero, il tecnico ha risposto: “Non ho visto. In ogni caso, smettiamo di fare polemiche, che non fa bene al mondo del calcio: parliamo di ciò che accade in campo. Abbiamo stradominato. Non ho criticato l’atteggiamento, ma la capacità di capire le situazioni. Siamo troppo leggibili e se penso di cambiare il 3-5-2? Dopo una gara del genere io penso a cercare di vincere le partite”.

Infine, una riflessione sulla concretezza sotto porta: “Dobbiamo capire quando è il momento di cercare il bel gioco e quando invece bisogna essere concreti”.

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