sabato, 23 Novembre 2024

Andrea Bosco: “Troppi indizi e coincidenze: ecco il complotto per distruggere Juve e Superlega” 

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Il giornalista è scrittore di fede bianconera Andrea Bosco parla apertamente di complotto ai danni della Juventus:ora mi sento di scriverlo. Perché gli indizi sono troppi. E perché troppe sono anche le coincidenze. Complotto per distruggere non solo e non tanto la Juventus (danno collaterale) ma per affossare l’idea Superlega”.

Secondo il giornalista sono “tutti d’accordo: Uefa, il mandante, la Figc l’esecutore, la Fifa , il “compare“. Il “Potere“: che da una Superlega avrebbe tutto (economicamente) da perdere. Non è esatto che potrebbe essere il Coni con il suo Collegio di Garanzia a riscrivere la storia giudiziaria della Juventus. Sarà il tribunale di Madrid: se decreterà che l’attuale posizione di monopolio detenuta dall’Uefa è incompatibile in un regime di libera concorrenza. La Superlega offrirebbe ai club quanto l’Uefa sta da decenni sottraendo”. 

L’Uefa “è uno scrigno che incamera valanghe di denaro, ridistribuito solo in parte ai club. L’Uefa si muove senza alcun controllo. Fa figli e figliastri. Applica il fair play finanziario a chi le pare. Squalifica e estromette gli “inimici“ politici. “Salva“ gli amici specie se garantiti dai petrodollari. Se la Superlega verrà realizzata, il mondo assisterà ad una rivoluzione copernicana. Barcellona, Juventus e Real Madrid sono i Martin Lutero del calcio che stanno mettendo in discussione l’“infallibilità“ di Ceferin. Se il tribunale di Madrid darà ragione ai ricorrenti, il castello è destinato a sbriciolarsi. Non si deciderà più in Svizzera il futuro del calcio, ma forse lo si farà a New York a Wall Street”.

Bosco prosegue: “Il complotto prende corpo quando la Juventus ancora non ha messo in bacheca l’ottavo scudetto. Otto di fila sono una enormità (con Sarri arriverà un anno dopo anche il nono). E per aggiunta la Juventus si è presa Cristiano Ronaldo. Come dire che ogni partita inizia dal 2-0 a favore della Juve. E’ troppo per il sistema”. 

Lo scrittore tira poi fuori gli indizi del complotto: “La procura di Torino inizia le indagini su segnalazione della Consob e della Covisoc. La prima dovrebbe tutelare i consumatori ma è assai attenta soprattutto a tutelare se stessa. Visto che la Juventus è società quotata in Borsa, l’approccio, nel caso, è dovuto. Ed è un approccio facile, visto che nel frattempo i conti della Juventus sono finiti in “rosso“ e l’azionista di maggioranza per due volte ha dovuto ricapitalizzare per cifre enormi. La seconda controlla i conti della società di calcio. La cosa è quasi ridicola visto che improvvisamente svegliatasi da un letargo ventennale la Covisoc mette sotto la sua “lente“ i conti di 65 società società. 42 operazioni le ha fatte la Juventus”.

Ha tutto dell’incredibile: “Le analogie con Calciopoli sono impressionanti. Ma più impressionante è la “macchina del fango“ che si mette in moto quando dell’inchiesta viene data notizia . Media schierati sotto alla ghigliottina, sferruzzatrici all’opera: sentenze ipotizzate prima che le accuse vengano formalizzate. Oggi un quotidiano ha spiegato che sommando le penalizzazioni per i vari filoni d’inchiesta per i quali la Juventus è chiamata a rispondere “le pene – a campionato in corso – potrebbero aggirarsi tra i 30 e i 40 punti. La differenza con Calciopoli, stavolta è che la Juventus viene giudicata a campionato corrente con “pena veloce e afflittiva“ come hanno spiegato i Saint Just della Federazione”.

“Agatha sosteneva che “un indizio è solo un indizio, due sono due indizi, tre sono una prova“. E qui siamo di fronte ad una giustizia che si muove in sincrono: prima la Procura di Torino. Poi la Procura Federale con il filone (penalizzato con 15 punti) relativo alle plusvalenze: il sesso degli angeli giudicato per via giudiziaria. La Figc nega le carte alla difesa. Ricorre addirittura al Consiglio di Stato dopo che il Tar la obbliga a consegnarle. Respinta con perdite, ancora non si conoscono le motivazioni: forse le stanno scrivendo a mano”.

Dopo le plusvalenze, il filone stipendi. E dopo gli stipendi “le partneship sospette“. Dosando con il bilancino. Questa terza inchiesta vedrà le procure di mezza Italia all’opera solo dopo la fine del campionato. L’obiettivo è la Juve. La lupa capobranco ferita contro la quale si stanno accanendo giovani maschi, cani e cacciatori. Quindi per le Procure che non hanno “intercettatori“ e non hanno tojan, ma che avranno il carteggio da quella di Torino, se ne parlerà a fine campionato. Con sentenza per gli altri club nel 2024″.

L’importante è cercare di scannare la Juve. Almeno vorrebbero. Ma non sarà facile. Per due motivi. Primo: la Juve ha deciso di difendersi. Lo ha deciso Elkann. E mi spiace per Gigi Moncalvo che continua a sostenere che John Elkann voglia “vendere“ . Non è così. Per il semplice motivo che oggi la Juve vale meno del suo effettivo valore. E se c’ è una cosa (a differenza del cugino Andrea gran tifoso, troppo per essere stato anche lucido) che Elkann sa fare è quella di maneggiare abilmente il denaro. La seconda è strettamente legata all’immagine: stavolta non sbucherà un Luca Cordero di Montezemolo a consigliare come nel 2006 di “non adire al Tar“. Stavolta al Tar ci sono già andati. E non dovessero avere soddisfazione ci torneranno. E bloccherebbero il campionato. Nel frattempo la Juve continui a vincere. Tutto se possibile. L egare di campionato, quelle di Coppa Italia, quelle di Europa League. Vedremo se una Juve che conquista almeno il quarto posto in campionato e magari vincente in Coppa Italia e Europa League, verrebbe toccata dai Gravina e dai Ceferin. Oggi più che mai “ vincere è l’unica cosa che conta “ .

“Mai visto un accanimento giudiziario paragonabile a quello che la Juventus sta subendo. Mai vista una informazione tanto schierata. Mai vista una giustizia federale tanto spudorata”.

“La nottata sarà lunghissima. Ma non è detto che il finale sia quello che tanti “colleghi“ prevedono , neppure larvatamente. Stavolta la Juventus non ci sta. E come hanno spiegato i suoi nuovi dirigenti: “Ci difenderemo in tutte le sedi con le unghie e con i denti“. Questione di denaro e di immagine. Lasciamo perdere “questione di giustizia“. In federazione, il significato della parola, è da tempo ignorato. Non c’è giustizia in Figc: c’era un figuro tra gli arbitri italiani, era il braccio destro di Trentalange: era un narcos. O sbaglio presidente Gravina? E la Federazione? Vispa Teresa. Ma quando li prepara gli scatoloni presidente Gravina?”

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