Ogni anno puntualmente, dopo l’ennesimo in campionato della Juventus, si ripresenta sempre lo stesso dibattito sul numero di scudetti vinto dai bianconeri.
Il club e i tifosi ne vantano 38, compresi quelli vinti sul campo nel 2004-2005 e 2005-2006 poi revocati, mentre la FIGC ne considera 36 “tagliandone” due.
È inevitabile quindi, il susseguirsi di polemiche e di botta e risposta tra personaggi juventini e antijuventini.
Non poteva mancare all’appello Massimo Moratti che ha dichiarato nelle ultime ore che:
“Gli scudetti sono 36, allo Stadium sono distratti”
Alle dichiarazioni di Moratti ha risposto Marcello Chirico, giornalista di fede bianconera, che scrive:
“Moratti invita Agnelli a fare uso della memoria, però lui evita accuratamente di farlo tutte le volte che torna a parlare dei tricolori tolti alla Juve e poi riassegnati (quello del 2005/06) o revocati (2004/05)”.
“Perché averla scampata non lo autorizza ogni volta a puntare il dito addosso agli altri, dimenticandosi ciò che fecero lui e Facchetti. Ne approfittiamo quindi a rinfrescargliela noi, in questa rubrica, quella memoria da lui tornata ad invocare.”
E continua:
“Iniziando da ciò che scrisse l’ex pm federale Palazzi al termine dell’inchiesta aperta sulle tante intercettazioni riguardanti proprio l’Inter ed emerse solo dopo il 2006, e che dimostra in sintesi illecito da parte dell’Inter”.
“È stato illecito quando (dicembre 2004) proprio Moratti chiese all’ex designatore Bergamo di poterlo incontrare privatamente (“Senta, ci tenevo ad incontrarla… quando lei aveva un minuto quando passa da Milano…”)
“E lo fu pure quando andava ad incontrare gli arbitri prima o dopo una partita (“sono andato dal ragazzo- ps.l’arbitro Bertini – che si è comportato benissimo”).”
“Così come fu illecito tutte le volte che l’ex presidente Facchetti chiese ai designatori “interventi diretti sul singolo direttore di gara” avvalendosi di “un forte potere di condizionamento, fondato su rapporti di particolare amicizia e confidenza”
“Esiste al riguardo proprio un’intercettazione, nella quale Facchetti invita l’ex designatore a venirselo a ritirare nell’ufficio del patròn, a Milano: “Se ti capita di venire giù aveva un regalino da darti”.
Infine Chirico conclude che:
“A confermare i “rapporti preferenziali con gli arbitri” tenuti da Facchetti c’è pure una sentenza del tribunale di Milano al termine di un processo per diffamazione, chiesto dai suoi eredi nei confronti di Luciano Moggi, e terminato con l’assoluzione di quest’ultimo”.