Stile Juve

Bosco: “Moviolisti di Gazzetta e CorSport non si arrendono neppure davanti all’evidenza. Insinuano dubbi contro la Juve”

Il giornalista di fede bianconera Andrea Bosco non ci sta e affida il suo sfogo alle colonne di Tuttojuve. Il motivo: l’acrimonia con la quale la Juventus viene giudicata a tutti i livelli:

È diventata oscena. Una caccia alle streghe. La Juventus storicamente non sa difendersi: quasi che farlo sia un atto “volgare“. E non parlo dei miserizzi che spargono fango per professione e il cui astio ha radici pelose”.

Parla “della “Gazzetta dello Sport“ e del “Corriere dello Sport“. Dei loro moviolisti. Che neppure davanti all’evidenza si arrendono. Hanno espresso dubbi sui due gol annullati alla Cremonese. Li insinuano, i dubbi”.

Lo scrittore spiega come “Neppure la certosina spiegazione di Graziano Cesari a “Pressing“ (sul primo gol annullato, Ayroldi fischia su segnalazione del guardalinee che è in posizione perfetta per valutare il fuorigioco. Sul secondo gol ci sono due falli, uno prima del tiro- spinta “ponte“ ai danni Danilo, uno subito dopo – ad azione già fermata dall’arbitro – con piede a martello di un giocatore della Cremonese) li ha convinti”.

Ma se i moviolisti non si sono arresi all’evidenza, “Riccardo Trevisani, opinionista ex Sky e ora a Mediaset si è esibito in un spericolato ragionamento (bacchettato dai compagni di trasmissione e in particolare da Sandro Sabatini) definendo “impossibile“ l’approccio da parte della Juve alla vetta del campionato”.

E ancora: “Ma se la Juventus è alla settima vittoria consecutiva in campionato e da sette turni non prende gol, Allegri sarà anche fortunato, ma come ha spiegato – con competenza, Marco Bucciantini nel Club di Caressa a Sky, al netto del gioco (latitante) la Juve ha acquisito una “identità“. E come l’amico Umberto Zappelloni ha spiegato a “Pressing“, Allegri con i tanti giovani messi in campo a Cremona sta mettendo le basi per la “Juve che verrà“. Come fecero Boniperti e Allodi negli anni Settanta con la Juve del povero Picchi poi finita nelle abili mani di Cesto, zio di Zeman”.

Non si vincono sette gare di fila per sola fortuna.

Exit mobile version